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DAL SALTO TRIPLO ALLA CITTADINANZA: QUANDO LE RADICI MULTICULTURALI PORTANO ALLA VITTORIA

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L’Olimpiade di Parigi 2024 ha visto l’Italia ottenere successi straordinari, anche grazie a molti atleti di seconda generazione o che hanno recentemente ottenuto la cittadinanza italiana e coloro che sono nati italia da genitori di origine straniera. Tra questi, figure di spicco come Paola Egonu, Myriam Sylla, Andy Diaz Hernandez e altri sono diventati simboli non solo di eccellenza sportiva, ma anche di un’Italia che cambia e si evolve. Questo successo ha acceso un dibattito sulla cittadinanza, sull’integrazione e su cosa significhi essere italiani oggi.

Paola Egonu e Myriam Sylla, entrambe nate in Italia da genitori immigrati, sono state al centro di una polemica scatenata da un tweet del giornalista Bruno Vespa, che ha parlato di loro come esempi di integrazione. Questa affermazione ha suscitato critiche poiché entrambe le atlete, essendo nate in Italia, sono già cittadine italiane a tutti gli effetti e quindi non dovrebbero essere considerate “integrazioni”​ (Il Fatto Quotidiano) (Corriere Nazionale).

Parallelamente, commenti come quelli dell’europarlamentare Roberto Vannacci, che ha osservato che i “tratti somatici” di Egonu non rappresentano la maggioranza degli italiani, hanno ulteriormente alimentato il dibattito. Queste dichiarazioni sono viste da molti come un tentativo di definire l’italianità in modo limitato e divisivo​ (Il Fatto Quotidiano).

Polemiche di Roberto Vanacci su Paola Egonu - UNITI SI VINCE DIVISI SI PERDE TUTTO

Questa discussione si intreccia con le normative italiane sulla concessione della cittadinanza, che tradizionalmente richiedono lunghi periodi di residenza per la naturalizzazione. Tuttavia, esistono eccezioni, specialmente per coloro che ottengono lo status di rifugiato politico o per casi di merito speciale, come quello degli atleti che rappresentano l’Italia in competizioni internazionali.

L’Italia di oggi, rappresentata da queste medaglie olimpiche, mostra che la forza del Paese risiede nella sua capacità di abbracciare la diversità e di valorizzare il contributo di tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalle loro origini. In questo contesto, la discussione sulla cittadinanza diventa cruciale per il futuro del Paese: un’Italia unita nella sua diversità è un’Italia vincente, mentre le divisioni rischiano di indebolirla.

Andy Diaz Hernandez, ai giochi olimpici di Parigi 2024 in quanto cittadino italiano

Andy Diaz Hernandez è uno degli atleti più discussi e celebrati delle Olimpiadi di Parigi 2024, non solo per le sue prestazioni eccezionali ma anche per la sua storia personale e il percorso che lo ha portato a rappresentare l’Italia. Nato a Cuba, Andy Diaz Hernandez si è trasferito in Italia alcuni anni fa e ha ottenuto la cittadinanza italiana in tempi relativamente brevi, suscitando interesse e discussione.

Andy è specializzato nel salto triplo, una disciplina in cui ha dimostrato un talento straordinario fin dai suoi primi anni. A Cuba, aveva già raggiunto risultati importanti, ma è stato in Italia che ha trovato le condizioni per esprimere al meglio il suo potenziale. La sua decisione di lasciare Cuba è stata motivata non solo da ragioni sportive ma anche dalla ricerca di migliori opportunità e libertà. Dopo il suo arrivo in Italia, Andy ha iniziato a competere per club italiani, dimostrando rapidamente di essere uno dei migliori nella sua disciplina.

Il percorso verso la cittadinanza italiana è stato accelerato grazie al suo status di atleta di alto livello, una delle eccezioni previste dalla legge italiana per la concessione della cittadinanza (articolo 9 della legge 91/92). La naturalizzazione di Andy Diaz Hernandez ha suscitato dibattiti, soprattutto in un contesto dove altri richiedenti cittadinanza devono affrontare tempi molto più lunghi. Tuttavia, la sua presenza ai Giochi Olimpici di Parigi e la medaglia che ha vinto per l’Italia hanno confermato la validità della decisione di concedergli la cittadinanza.

Il successo di Andy Diaz Hernandez è emblematico di come lo sport possa essere un potente strumento di integrazione e di come l’Italia possa trarre forza dalla diversità dei suoi cittadini. Nonostante le polemiche, la storia di Andy rappresenta un esempio di come, attraverso lo sport, si possano superare barriere e costruire un senso di appartenenza e identità comune.

Ci sono altri casi di concessione rapida della cittadinanza in Europa o atleti di seconda generazione?

In Italia e in Europa, ci sono stati diversi casi in cui la cittadinanza è stata concessa in tempi relativamente rapidi, soprattutto per atleti di alto livello che rappresentano una risorsa importante per il Paese. Questi casi rientrano nelle eccezioni previste dalla legge italiana, che consente la concessione della cittadinanza per “meriti speciali” o per altri motivi specifici.

Esempi di concessione rapida della cittadinanza o atleti di seconda generazione:

  1. Marcell Jacobs (Italia): Nato negli Stati Uniti da padre americano e madre italiana, Marcell Jacobs è stato cittadino italiano a tutti gli effetti e ha rappresentato l’Italia vincendo l’oro nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo 2020. La sua cittadinanza italiana era legata al fatto che la madre fosse italiana e che lui avesse vissuto in Italia fin da piccolo, ma il suo successo olimpico ha portato alla ribalta il tema della cittadinanza sportiva.
  2. Yassine Rachik è un atleta di origine marocchina che ha ottenuto la cittadinanza italiana nel 2015. Nato in Marocco, Rachik si è trasferito in Italia a 11 anni, ci è rimasto per motivi sportivi e ha trovato successo nel mondo dell’atletica leggera. Dopo aver acquisito la cittadinanza italiana, ha gareggiato per l’Italia, portando la sua esperienza e il suo talento sportivo a rappresentare il paese. La sua storia è un esempio di integrazione e successo attraverso lo sport.

  3. João Pedro (Italia): Il calciatore brasiliano João Pedro, che ha giocato per il Cagliari in Serie A, ha ottenuto la cittadinanza italiana nel 2017, anche grazie al matrimonio con una cittadina italiana. Era arrivato in Italia, a Palermo, nel 2010. Il suo caso è significativo perché ha rappresentato l’Italia in competizioni internazionali di calcio, anche se non è nato italiano.

  4. Mo Farah (Regno Unito): Anche se fuori dall’Italia, un caso interessante è quello di Mo Farah, nato in Somalia e naturalizzato britannico. Farah ha vinto numerose medaglie per il Regno Unito alle Olimpiadi e ai Mondiali di atletica, e la sua cittadinanza è stata concessa con una certa celerità, dato il suo potenziale sportivo.

  5. Pedro Pichardo (Portogallo), sebbene abbia ottenuto la cittadinanza portoghese e non italiana, rappresenta un caso simile nel contesto europeo. Anche lui originario di Cuba, Pichardo è un saltatore triplo che ha lasciato il suo paese natale per cercare migliori opportunità in Europa. Dopo essere arrivato in Portogallo, Pichardo ha ottenuto rapidamente la cittadinanza portoghese e ha iniziato a gareggiare per il Paese. Il suo caso è significativo perché, proprio come Jordan Diaz, ha dimostrato come atleti di talento possano essere integrati e naturalizzati in tempi brevi quando rappresentano un vantaggio strategico per la nazione ospitante. Pichardo ha poi vinto numerose medaglie per il Portogallo, inclusa una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

  6. Jordan Alejandro Díaz Fortun(Spagna), noto come Jordan Díaz, è un atleta cubano specializzato nel salto triplo. Nel 2021, è fuggito da Cuba per trasferirsi in Spagna, dove ha rapidamente ottenuto la cittadinanza spagnola e ha iniziato a competere per il paese.

    Quindi, a differenza di Andy Diaz Hernandez, che ha ottenuto la cittadinanza italiana, Jordan Díaz rappresenta la Spagna nelle competizioni internazionali.

  7. Nadia Battocletti è una delle atlete italiane più promettenti e ha attirato molta attenzione per le sue prestazioni eccezionali nel mezzofondo. Nata a Cles, in Trentino-Alto Adige, il 12 aprile 2000, Nadia è cresciuta in una famiglia di sportivi: suo padre, Giuliano Battocletti, è stato un noto maratoneta italiano e oggi è anche il suo allenatore.
    Nadia Battocletti è figlia è recente multiculturalismo italiano. La madre, Jawhara Saddougui, è marocchina. Questo dettaglio rende Nadia un esempio di come l’Italia sia sempre più rappresentata da atleti con background familiari diversi. La combinazione delle radici italiane e marocchine di Nadia aggiunge un ulteriore strato alla sua storia di successo e riflette la crescente diversità che caratterizza lo sport italiano oggi.

Riferimenti normativi e contesto sulla concessione della cittadinanza italiana per meriti speciali

In Italia, la naturalizzazione rapida di atleti come Jordan Diaz è supportata dalla Legge n. 91 del 5 febbraio 1992 (Art. 9), che consente la concessione della cittadinanza per meriti speciali. Questi meriti possono includere, oltre a servizi resi allo Stato, anche successi sportivi che contribuiscono all’immagine e al prestigio del Paese.

Il caso di Pedro Pichardo in Portogallo è analogo, con la legge portoghese che prevede eccezioni per la naturalizzazione quando l’individuo può rappresentare un interesse nazionale, come avviene per atleti di alto livello.

Questi esempi dimostrano come lo sport possa essere un potente strumento di integrazione e un catalizzatore per processi di cittadinanza accelerati, con i Paesi che cercano di attrarre e trattenere talenti che possono contribuire significativamente al loro prestigio internazionale.

Sintesi a cura di Gamaliel NIYONSABA, Fondatore del sito www.permessodisoggiorno.org

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