SANATORIA: le 5 principali fasi per otttenere il permesso di soggiorno

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Come è noto da tutti, uno degli eventi che hanno caratterizzato l’anno 2020 nell’ambito dell’immigrazione in Italia è la sanatoria tanto voluta dall’allora Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Teresa Bellanova per regolarizzare alcune categorie di persone che lavoravano senza regolare permesso di soggiorno o senza regolare contratto di lavoro. Ne abbiamo parlato spesso anche su questo sito dandovi i recenti 6 CAMBIAMENTI in questa sanatoria, ma ci torniamo per ricordarvi le 5 principali fasi che bisogna percorrere per arrivare all’ottenimento del permesso di soggiorno.

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FASE 1: Invio della domanda di regolarizzazione

Come risulta evidente, la prima fase è l’invio della domanda di regolarizzazione se ci sono i requisiti richiesta e nel rispetto delle procedure e delle scadenza. In questo modo si inizia una procedura che dove essere molto curata nei minimi dettagli perché la presentazione della domanda in mancanza dei requisiti significa sprecco di tempo e soldi.

Se uno sbaglio molto in questa fase, le possibilità di avere una risposta possitiva sono molto poche o non ci sono proprio secondo il requisito mancate. Ricordiamo che ci sono i requisiti che riguardano il datore di lavoro ed i requisiti che riguardano il lavoratore stesso. La verifica di questi requisiti ci porta alla prossima fase.

FASE 2: Momento dei pareri per verificare i requisiti

La questura del luogo dove è la domanda di regolarizzazione è stata presentata e l’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL) insieme all’INPS per quanto riguarda il lavoro domestico sono i principali organi dell’amministrazione che devono dare il loro parere, cioè fare la verifica dell’esistenza dei requisiti per dare il via libera al rilascio del permesso di soggiorno.

  • Generalmente la questura si occupa della valutazione in materia di sicurezza pubblica. Verifica la pericolosità sia del datore di lavoro e del lavoratore, tenendo conto dell’esistenza o non dei precedenti penali che potrebbero impedire a proseguire la procedura di regolarizzazione in vista di rilascio di un regolare permesso di soggiorno per motivo di lavoro subordinato.
  • L’Ispettorato Territoriale del Lavoro e l’INPS si occupano della verifica della correttenza del contratto di lavoro proposto: la mansione, il livello, lo stipendio e tutti gli altri elementi previsti nel CCNL, cioè il contratto collettivo nazionale del lavoro di riferimento. Si occupano anche della verifica dell’esistenza d’un reddito sufficiente nel nucleo familiare fino al secondo grado per autorizzare il datore di lavoro a procedere con l’assunzione. Se necessario, questi 2 organi amministrativi possono chiedere al richiedente d’integrare alcuni documenti o requisiti mancanti per dare il via libera. Se non manca niente, allora il parare è positivo e si passa alla fase successiva.

FASE 3: Convocazione in prefettura

Possono arrivare in questa fase tutti coloro che hanno dimostrato di avere i requisiti, cioè il datore di lavoro e il lavoratore stesso. Lo scopo di questa convocazione è la firma del contratto di soggiorno in cui il datore di lavoro formalizza l’impegno ad assumere questo lavorotore o questa lavoratrice e collaborare con l’amministrazione dando delle informazioni utili anche in caso di interruzione o variazione di questo rapporto di lavoro.

Immigrato o straniero alla questura presso ufficio immigrazione per impronti digitali per il permesso di soggiorno

Vengono convocati il datore di lavoro e il lavoratore o la lavoratrice. L’assenza di uno di loro senza motivo fondato ha come conseguenza l’archiviazione di tutta la pratica. Bisogna quindi rispettare l’appuntamento di questa convocazione in prefettura.

Al momento della convocazione in prefettura, bisogna portare i seguenti documenti: 

  • Per quanto riguarda il datore di lavoro
    1. Documento d’identità in corso di validità
    2. Ultima dichiarazione dei redditi di ogni membro del nucleo familiare il cui reddito è stato necessario per fare la domanda nella sanatoria
    3. Codice fiscale
    4. Modello F24 utilizzato per pagare il contributo forfettario di 500 euro
    5. Marca da bollo da 16 euro
    6. Dichiarazione di stato di famiglia. Altrimenti è possibile anche utilizzare l’autodichiarazione
    7. Dichiarazione di ospitalità del lavoratore
    8. Se si tratta di assunzione per lavoro domestico o di assistenza alla persona, bisogna includere la denuncia di lavoro domestico fatta all’INPS. Per il lavoro non domestico, bisogna presentare il modello UNILAV
    9. Se si tratta di assunzione di una badante, serve anche la certificazione sanitaria della persona assistita
    10. Se si tratta di regolarizzazione o emersione di un rapporto di lavoro già esistente, bisogna presentare il modello F24 del pagamento del contributo forfettario INPS.
  • Per quanto riguarda il candidato lavoratore: 
    1. Passaporto o un altro documento che lo potrebbe sostituire tra i 10 documenti elencati qui
    2. Attestazione di presenza sul territorio nazionale prima dell’otto marzo 2020, tenendo conto che il solo timbro sul passaporto non sia sufficiente. Sarebbe meglio un documento rilasciato da un organismo pubblico, una dichiarazione di presenza o eventuale presa di impronte digitali effettuata prima di questa data.
    3. Attestazione per l’alloggio: certificato di ospitalità, cessione del fabbricato, commodato di uso, contratto di affitto. Bisogna avere anche il certificato per l’idoneità alloggiativa o ricevuta della relativa domanda presentata in comune per quest’alloggio dove vive il lavoratore.

Dopo avere verificato la documentazione richiesta, lo Sportello Unico per l’Immigrazione della prefettura rilascia i moduli per chiedere il permesso di soggiorno alla questura. Allo stesso tempo la questura di riferimento viene informata di questo nulla osta della prefettura.

FASE 4: Appuntamento per le impronte digitali in questura

Dopo aver ricevuto la conferma da parte della prefettura, la questura fissa un appuntamento al lavoratore che sta aspettando da tanto il rilascio del permesso di soggiorno. Quest’appuntamento è per dare le impronte digitali o dattiloscopici per procedere con la preparazione del permesso di soggiorno.

Ricordiamo che in questura bisogna portare alcuni documenti come: 4 fototessera, ricevuta postale, bollettino di pagamento in funzione della durata del permesso di soggiorno, contributi domestici, ultime buste paghe.

Ricordiamo che a quest’appuntamento non è possibile mandare qualcuno altro. In caso di giustificato impedimento come malattia, bisogna contattare la questura per cambiare la data. Evitare il ritardo è di obbligo.

FASE 5: Appuntamento per ritirare il permesso di soggiorno

Infine, arriva il momento in cui si riceve un messaggio da parte della questura per annunciare al lavoratore che il suo permesso di soggiorno è pronto e può essere ritirato. Nello stesso messaggio vengono indicati il giorno, l’ora e l’ufficio dove bisogna andare per ritirare il permesso di soggiorno.

Anche in questo caso, non è possibile mandare qualcuno, neanche l’avvocato. Il lavoratore deve presentarsi alla questura portando i documenti che gli sono stati richiesti nel messaggio. Quando si ritira il permesso di soggiorno, prima di tutto bisogna verificare bene che tutti i dati iscritti sul questo documento sono corretti: nome, cognome, data e luogo di nascita. In caso di eventuale errore, bisogna segnalarlo subito alla questura perché possano programmare la correzione senza dovere rifare un’altra procedura di aggiornamento.

Al rientro a casa, bisogna dare una copia di questo permesso di soggiorno al datore di lavoro ed utilizzarlo per eventuali altre procedure per completare la ricerca di documenti utili: tessera sanitaria definitiva, codice fiscale definitivo, apertura conto bancario per ricevere lo stipendio, etc.

Chiudiamo queste fasi presentando vi questi aggiornamenti sulla sanatoria rilasciati dal Ministro Luciana Lamorgese sulla situazione attuale su questa sanatoria o regolarizzazione dei lavoratori

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