Permesso di Soggiorno

Stregoneria, schiavitù e lotta per il permesso di soggiorno in Italia – Prima parte

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La triste storia che si nasconde dietro le ragazze spesso di origini nigeriane che vediamo in Italia è una dimostrazione evidente di come spesso alcune credenze religiose (per esempio alcuni gruppi del voodoo) vanno oltre il loro campo di azione. La spiritualità diventa stregoneria e genera schiavitù sessuale e economica seguita dalla disperazione in seguito alla mancanza del permesso di soggiorno per vivere in Italia o in un altro paese europeo. Nella prima parte, cerchiamo di capire l’origine di queste pratiche che portano queste ragazze in Italia accettano la rischiosa traversata del mare senza sapere cosa le sta aspettando in Italia. Nella seconda parte, vedremo la miseria in cui vivono queste ragazze. 

Stregoneria, schiavitù e lotta per il permesso di soggiorno in Italia

Juju o Ju-Ju è una parola usata un tempo dagli europei per descrivere il complesso delle religioni tradizionali dell’Africa occidentale. Col tempo, il termine è andato a indicare quegli elementi, come amuleti e incantesimi, che sono tipici della stregoneria tradizionale di quella regione africana.

ll rito JuJu- una tradizione dell’Africa occidentale che comprende una serie di rituali ed entità sovrannaturali partendo da aure, spiriti e fantasmi per arrivare alla credenza che gli oggetti possano avere proprietà magiche- viene utilizzato dai trafficanti di esseri umani per intrappolare migliaia di donne e inviarle in Italia come prostitute. I trafficanti di esseri umani operanti nella regione dell’Edo State e del Delta State in Nigeria utilizzano queste credenze juju per ricattare le proprie vittime. ( cfr. doc . 11 La maledizione del rito “JuJu” che guida le schiave del sesso)

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Joujou in francese sta ad indicare un piccolo oggetto o gioco e questo termine è cominciato ad essere in uso quando gli europei, arrivati in Africa occidentale attorno al 15esimo secolo, notarono che le persone indossavano piccoli sacchetti contenenti varie cose come polveri, vegetali e ossa di animali. Al tempo gli europei fraintesero l’uso di questi oggetti credendo che venissero usati come idoli; in realtà venivano usati, come in molte altre religioni, come semplici simboli della forza e grandezza di Dio. La zona in cui i riti juju sono maggiormente praticati è nel sud ovest, nella regione dell’Edo State e nella regione del Delta del Niger. Juju è la credenza tradizionale nello spirito del mondo e di come gli dei influiscono nella vita di tutti i giorni.

È credenza comune di molti nigeriani che, qualsiasi cosa accada nella vita delle persone, fosse già scritto. Secondo questa visione del mondo gli dei hanno già predisposto la tua vita. Niente accade per caso, è tutto già scelto. Se una persona conduce una bella vita, gli accadranno belle cose. Gli spiriti sono i messaggeri degli dei e fungono da tramite tra gli alti dei e gli uomini che vivono sulla terra. Facendo un paragone con i cristiani gli spiriti possono essere considerati una sorta di angeli. ( cfr 2doc. 2 Riti Ju-ju infoperilmondoonlus.org)

Per incrementare questo traffico capita che i trafficanti corrompano dei sacerdoti allo scopo di rafforzare le credenze negli spiriti al fine di rendere le persone molto più vulnerabili su questo tema, e ciò può essere utilizzato come una potente arma da parte dei trafficanti di esseri umani. Una volta che una potenziale vittima viene sottoposta ad un giuramento di obbedienza, viene catturata, rinchiusa nella trappola psicologica senza bisogno di restrizioni fisiche. La schiavitù è nelle credenze, quindi non è neanche necessario imprigionare le vittime e farle controllare, ma sono gli spiriti stessi che fanno questo. Utilizzando gli juju i trafficanti possono incatenare le persone a vita, e possono utilizzare queste persone per qualsiasi scopo gli convenga. Nel caso dei trafficanti di essere umani il carnefice è spesso svariati kilometri lontano dalle vittime ma, la sensazione di essere sotto il controllo di qualcuno, che queste ultime provano, fa sì che loro seguano qualsiasi istruzione venga data, sennò la loro vita potrebbe essere a rischio. Ciò che con fare schematico si potrebbe definire il sistema delle tre D, costituito da donne, droga e denaro quale introito derivante dai due principali mercati illegali coinvolti, rappresenta l’insieme dei traffici nigeriani che interessa anche la nostra Penisola, sia come meta di destinazione, sia quale punto di transito verso altri paesi europei.

 La tratta degli esseri umani finalizzata alla prostituzione – spesso connessa alla contraffazione di documenti, necessari per entrare sul territorio nazionale – costituisce una fondamentale fonte di guadagno e di finanziamento per la criminalità nigeriana.

Si può parlare ormai di “una collaudata metodologia che interessa l’intera filiera connessa allo sfruttamento della prostituzione, anche minorile, tendenzialmente gestita, nei diversi contesti territoriali, cercando di evitare qualsiasi tipo di conflittualità con la criminalità locale, specie quella mafiosa”. Le vittime dello sfruttamento sono sistematicamente bersaglio di minacce e violenze, e lo stesso trattamento è riservato ai familiari in Nigeria: in tale contesto, cresce e si consolida nel tempo il ruolo rivestito, nell’ambito delle organizzazioni criminali, dalle donne nigeriane, le cosiddette “madame “, spesso al vertice dei sodalizi.




Donne e droga costituiscono due merci remunerative, dove l’Italia rappresenta la principale piazza di sfruttamento delle donne nigeriane, le quali giungono principalmente dallo Stato meridionale di Edo. Vengono sfruttate da loro connazionali, le madame, le quali sono ex vittime di tratta entrate a far parte del medesimo circuito criminale da cui sono state assoggettate. Quello nigeriano costituisce dunque un sistema criminale complesso, in cui le donne tuttora detengono un ruolo centrale nel traffico e sfruttamento della prostituzione di connazionali che, solo apparentemente, si scontra con la posizione di sudditanza della donna frequente nella realtà quotidiana della Nigeria. Anche la componente religiosa, spesso oggetto di interpretazioni riduzionistiche ed etnocentriche, rappresenta un elemento centrale della vita dei nigeriani e di conseguenza dell’attività criminosa. Il sincretismo religioso, quella commistione di riti pagani e cristiani esito del processo di colonizzazione britannica, si inserisce nelle pratiche di assoggettamento messe in atto dalle madame nei confronti delle donne sfruttate sulle strade europee, ma riguarda anche gli stessi narcotrafficanti che si affidano ai riti tradizionali per “benedire” le partite di droga trafficate

Molte ragazze nigeriane, anche minorenni, raccontano di essere partite dalla Nigeria alla volta dell’Italia, dopo avere contratto un debito di decine di migliaia di euro con le madame “ , che le avevano sottoposte al rito magico-esoterico denominato “JuJu”, in forza del quale in caso di inadempimento degli obblighi assunti, la giovane di turno e i suoi familiari verranno colpiti da disgrazie di ogni genere.

1La maledizione del rito “JuJu” che guida le schiave del sesso, Grazia Milazzo, Sud Press, Giornalismo di Inchiesta

2Riti Ju-ju infoperilmondoonlus.org

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