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Come ve l’abbiamo annunciato nei giorni scorsi, abbiamo iniziato la raccolta e la condivisione delle testimonianze sulla vita degli stranieri in Italia. Abbiamo preso quest’iniziativa perché spesso ci può aiutare sentire come un caso è stato affrontato o, perché no, risolto. Nella testimonianza qui sotto, Serge L. ci racconta come ha aspettato eternamente l’avviso che il suo permesso di soggiorno fosse pronto, ma quando è andato direttamente in questura glielo hanno consegnato subito. Leggetelo con calma.
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“Vi pregherei caldamente di non fidarsi a quella pagina. Lo dico per esperienza, ho fatto il rinnovo e ho chiuso la pratica l’8 aprile, a inizio Maggio ho iniziato a guardare lo stato del permesso, e ho visto quel famoso messaggio, io sono rimasto tranquillamente a casa aspettando il famoso SMS, è passato un mese e mezzo, cioè, venerdì 13 giugno ho dovuto chiedere un giorno di permesso al lavoro per andare a verificare cosa non andava.
Arrivo alla questura, faccio la domanda, e mi dicono : guardi il suo permesso è uscito , lo vuole ritirare?. Io rispondo : certo, se lo posso fare adesso perché no. Per curiosità allo sportello ho chiesto all’impiegato : ma scusi da quand’è qua, mi ha detto : DAL 28 APRILE. E ho risposto : ottimo, buon lavoro. Questo succede alla questura di Torino .” Serge L.
Vi invitiamo, quindi, ad essere attenti e, quando vedete che il tempo d’attesa del vostro permesso di soggiorno diventa troppo e che il sistema della Polizia di Stato di verifica online vi dà sempre lo stesso messaggio, ad andare a chiedere il motivo direttamente allo sportello informazione della questura. Se uno ci va con calma, senza litigare, sicuramente gli danno la risposta.
Chiediamo agli operatori delle Questure di sapere che anche gli stranieri che vivono in Italia non possono chiedere il permesso ogni settimana perché così facendo rischiano il loro posticino di lavoro. Il buon funzionamento del sistema informatico è molto utile perché ci aiuta a risparmiare il tempo ed ad andare in questura solo quando è necessario.
Aspettiamo le vostre testimonianze su info@permessodisoggiorno.org oppure su Facebook.
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