Permesso di Soggiorno

La crisi del lavoro contro i permessi di soggiorno e la cittadinanza italiana agli immigrati

Articolo letto 32927 volte!

La legge italiana permette a coloro che sono immigrati in Italia di richiedere la cittadinanza italiana dopo un certo periodo di permanenza e residenza regolare sul territorio italiano. Ci sono tanti altri requisiti che bisogna dimostrare di essere in possesso per cominciare a sognare che la richiesta di cittadinanza possa avere un esito positivo. Però con la crisi economica, tanti sono stati i lavoratori immigrati che hanno perso lavoro dopo tanti anni di attesa per compiere gli anni richiesti. Ma, la perdita di lavoro ha distrutto il sogno di vedersi un giorno con il decreto della concessione della cittadinanza in mano. 

Mentre per richiedere o rinnovare il permesso di soggiorno bisogna dimostrare di percepire un reddito minimo uguale all’importo dell’assegno sociale dell’anno di riferimento almeno nell’arco degli ultimi 12 mesi, per richiedere la cittadinanza italiana non è così. La somma del reddito e l’arco del periodo di riferimento aumentano.

Quanto costa la richiesta della cittadinanza italiana?

Fino adesso, oltre a tanti requisiti che bisogna dimostrare di essere in possesso, per richiedere la cittadinanza italiana bisogna dimostrare di avere percepito un reddito minimo di circa 8.500,00 euro negli ultimi 3 anni. Quest’importo si riferisce a una persona singola. Se si tratta di due coniugi, cioè marito e moglie, tutti e due devono dimostrare di percepire un reddito minimo di almeno 11.500,00 euro se sono senza figlio a carico. Se invece ci sono i figli a carico che risultano nello stesso stato di famiglia, allora bisogna aggiungere altri 550,00 euro per ogni figlio.

Cerimonia di conferimento della cittadinanza italiana permesso di soggiorno

Oltre al reddito sopra indicato, bisogna pagare le spese di produzione del permesso di soggiorno pari a 30,46 euro  e 30 euro di commissione per Poste Italiane che spedisce la pratica per ogni richiesta. In più ci saranno le spese delle fotocopie, delle marche da bollo e dei viaggi per presentarsi all’Ufficio Immigrazione per fare la richiesta della cittadinanza.

Prendendo come esempio l’anno 2014 in cui l’importo minimo dell’assegno sociale è di 5.818,93 euro, si vede che per richiedere la cittadinanza italiana non basta percepire un piccolo stipendio. Ma bisogno dimostrare di avere davvero un lavoro che permette di avere guadagnato almeno circa 8.500,00 euro gli ultimi 36 mesi, cioè 3 anni. 

L’effetto della crisi economica sulle richieste della cittadinanza italiana e la disuguaglianza tra cittadini

Con la crisi economica che prese inizio ufficialmente nel 2008 non ha risparmiato nemmeno gli immigrati, tante persone hanno perso lavoro. Chi ha la fortuna di trovarne un altro lavoro, non ha durato tanto e tanti sono i contratti precari che non danno neanche la possibilità di richiedere la cittadinanza italiana. Nonostante ci siano tutti gli altri requisiti, la dimostrazione dei redditi degli ultimi 3 anni consecutivi è davvero un problema che si aggiunge a quello di pagare il famoso contributo forfetario che va dai 80,00 ai 200,00 euro voluto dai governi precedenti, sopratutto quando Roberto Maroni era Ministro dell’Interno. Per fortuna questo contributo è stato annullato dalla sentenza del TAR Lazio a maggio 2016.

Annuncio:

Mentre il permesso di soggiorno costa minimo 82,46 euro, la carta d’identità che viene rilasciata agli altri cittadini italiani costa tra 5,42 euro e 10,58 euro (almeno nel Comune di Roma ). Visto che per avere accesso ad alcuni servizi anche gli immigrati devono avere la carta d’identità italiana che, peraltro, non è valida per l’espatrio, non sarebbe sbagliato farsi questa domanda: perché sono sempre gli immigrati che devono pagare di più? Questo non è una forma di sfruttamento degli immigrati? Visto che anche loro pagano le tasse, contributi e bollette come tutti i lavoratori, perché togliere a loro questo poco reddito che percepiscono?

Spetta alle autorità competenti darci delle risposte su questa disuguaglianza tra i cittadini. Per noi si tratta d’uno sfruttamento dell’immigrazione d’un modo legalizzato. 

Articolo letto 32927 volte!

Exit mobile version