QUANDO PUÒ ESSERE RIFIUTATO L’AGGIORNAMENTO DEL PERMESSO UE DI LUNGO PERIODO?

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Un caso concreto dalla Questura di Ferrara

Il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, conosciuto da molti ancora come “carta di soggiorno”, è uno dei titoli più importanti che uno straniero possa ottenere in Italia. Rappresenta la stabilità, la sicurezza di poter vivere e lavorare senza limiti di tempo, la possibilità di ricongiungere la famiglia e di accedere a quasi tutti i diritti dei cittadini italiani.

Quando può essere rifiutato l’aggiornamento del permesso UE di lungo periodo e revocato il diritto al permesso di soggiorno? Immigrato straniero alla questura impronti digitali
Quando può essere rifiutato l’aggiornamento del permesso UE di lungo periodo e revocato il diritto al permesso di soggiorno? Immigrato straniero alla questura per impronti digitali


Eppure, anche chi lo possiede non è immune da rischi: la legge prevede casi in cui può essere rifiutato l’aggiornamento o addirittura revocato. E non si tratta solo di errori burocratici: a volte entrano in gioco condanne penali, valutazioni di pericolosità e interpretazioni giurisprudenziali.

Negli ultimi mesi, un caso proveniente dalla Questura di Ferrara ha riacceso il dibattito su questo tema: un cittadino, in Italia da anni, si è visto respingere la richiesta di aggiornamento del suo titolo per la presenza di una condanna considerata ostativa. La vicenda, finita davanti al TAR, ci offre lo spunto per capire meglio quando e perché può arrivare un rigetto.

Il permesso UE di lungo periodo è un titolo a tempo illimitato, anche se la durata del documento fisico è di 10 anni, che consente allo straniero di:

  • soggiornare senza limiti di tempo in Italia;
  • lavorare liberamente, senza bisogno di quote o ulteriori autorizzazioni;
  • accedere a prestazioni sociali e servizi pubblici;
  • viaggiare e, in alcuni casi, lavorare in altri Paesi UE;
  • ottenere facilitazioni per il ricongiungimento familiare.

Per ottenerlo, serve:

  • aver soggiornato legalmente in Italia da almeno 5 anni;
  • dimostrare un reddito sufficiente (almeno pari all’assegno sociale aumentato in base ai familiari);
  • disporre di un alloggio idoneo;
  • superare il test di lingua italiana (livello A2) o rientrare nelle esenzioni;
  • non essere considerati pericolosi per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato.

Anche se si possiede da anni, questo permesso può essere rifiutato o revocato in alcuni casi, tra cui:

  • assenza prolungata dall’Italia o dall’Unione Europea;
  • documenti falsi o dichiarazioni mendaci;
  • condanne per reati gravi (previsti dagli articoli 380 e 381 del Codice di procedura penale);
  • valutazione di pericolosità sociale da parte delle autorità.

In questo video, vengono spiegati i casi di revoca del permesso di soggiorno UE di lungo periodo:

Va precisato che la presenza di una condanna non porta sempre automaticamente al rigetto: la Corte Costituzionale ha più volte ribadito che serve una valutazione concreta della situazione, tenendo conto della gravità del fatto, del tempo trascorso, della condotta successiva e dei legami della persona in Italia.

Secondo quanto riportato dalla Questura di Ferrara, è stato emesso un decreto di rigetto dell’aggiornamento del permesso UE di lungo periodo nei confronti di un cittadino straniero, già titolare del documento rilasciato nel 2012.
La motivazione? Presenza di una condanna ostativa al rilascio, rientrante tra quelle previste dal Testo Unico Immigrazione come causa di esclusione.

Il cittadino interessato ha presentato ricorso al TAR Emilia-Romagna, contestando la decisione e chiedendo una sospensiva in attesa della sentenza. Il tribunale amministrativo dovrà ora decidere se la condanna sia sufficiente, da sola, a giustificare il diniego oppure se serva una valutazione più ampia della sua condotta complessiva.

Questo caso solleva una questione centrale: come si valuta la “pericolosità sociale” di una persona?
Se la legge indica chiaramente i reati ostativi, la giurisprudenza invita però a non fermarsi a un’analisi automatica, ma a guardare alla vita reale del richiedente:

  • Quanto tempo è passato dalla condanna?
  • La persona ha mostrato segni di reinserimento sociale?
  • Ha un lavoro stabile, una famiglia, legami radicati?
  • La condanna riguarda fatti gravi o episodi isolati di lieve entità?

Dietro a queste norme ci sono storie di vita. Per chi ha vissuto per anni in Italia, ha lavorato, ha messo su famiglia, il permesso UE di lungo periodo è molto più di un documento: è la chiave di una vita stabile. Perderlo o vedersi rifiutato l’aggiornamento può significare precipitare nell’incertezza: niente lavoro regolare, difficoltà nell’affitto di una casa, impossibilità di viaggiare.

Il giusto equilibrio tra sicurezza dello Stato e tutela dei diritti individuali è delicato. Da un lato, lo Stato ha il dovere di proteggere la collettività; dall’altro, ogni persona merita una valutazione che tenga conto non solo degli errori commessi, ma anche del cammino fatto per superarli.

Il caso di Ferrara ci ricorda che il permesso UE di lungo periodo non è un diritto “assoluto”, ma un riconoscimento che richiede il mantenimento di determinati requisiti. Allo stesso tempo, mostra come le decisioni amministrative debbano essere personalizzate e proporzionate, evitando automatismi che rischiano di cancellare anni di integrazione.

Chi si trova in situazioni simili ha il diritto di difendersi e ricorrere alle vie legali, per far valere non solo la propria posizione giuridica, ma anche la propria storia.

Quale è la differenza tra rifiuto e revoca permesso di soggiorno UE?

🔹 Rifiuto del permesso UE di lungo periodo

Il rifiuto si verifica quando la Questura nega il rilascio o l’aggiornamento del permesso, cioè non lo concede proprio.
Succede tipicamente quando:

  • mancano i requisiti richiesti (reddito insufficiente, alloggio non idoneo, mancato superamento test di lingua ecc.);
  • esistono condanne ostative o valutazioni di pericolosità sociale;
  • non si dimostra il soggiorno regolare di almeno 5 anni.

👉 In pratica, il titolo non viene mai concesso (o non viene aggiornato).

🔹 Revoca del permesso UE di lungo periodo

La revoca si applica invece quando lo straniero ha già ottenuto la carta di soggiorno (anche da anni), ma la Questura decide di toglierla.
Può avvenire, ad esempio, se:

  • emergono condanne penali gravi successive al rilascio;
  • la persona si è allontanata a lungo dall’Italia o dall’UE (oltre 12 mesi consecutivi fuori dall’Unione, o 6 anni complessivi in caso di trasferimento in altro Paese UE);
  • il titolo era stato ottenuto con dichiarazioni false o documenti non validi;
  • sopravviene una situazione di pericolosità per l’ordine pubblico.

👉 In questo caso, il titolo esisteva, ma lo Stato decide di ritirarlo, e rilasciare un altro tipo di permesso di soggiorno se ci sono altri requisiti e senza impedimenti.

Se hai bisogno di altri chiarimenti, assistenza o consulenza, puoi prenotare seguendo le indicazioni che troverai qui.

Sintesi realizzata da Gamaliel NIYONSABA

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