VUOLE RINNOVARE IL PERMESSO DI SOGGIORNO, MA VIENE ESPULSO DAL QUESTORE

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Un recente episodio accaduto in Alto Adige ha riportato l’attenzione su un tema delicato: il comportamento di alcuni cittadini stranieri nei rapporti con le autorità, soprattutto quando si tratta di permessi di soggiorno. A seguito di alcune comunicazioni dai toni intimidatori inviate da un giovane cittadino straniero al Commissariato di Bressanone, le autorità hanno deciso per la sua espulsione dal territorio italiano, invece del rinnovo del permesso di soggiorno. Ma cosa è successo esattamente? E soprattutto, quali insegnamenti possiamo trarre da questo caso?

Accompagnamento alla frontiera - espulsione stranieri irregolari - rimpatrio forzato o deportazione immigrati senza rinnovo del permesso di soggiorno

Secondo quanto riportato da fonti locali e nazionali (Ansa.it), un giovane di origini pachistane residente a Brunico avrebbe contattato il Commissariato di Bressanone via email e successivamente per telefono, con toni minacciosi, chiedendo con insistenza il rinnovo del proprio permesso di soggiorno. Le sue parole sono state interpretate come minacce aggravate e tentata estorsione nei confronti di pubblici ufficiali.

Le forze dell’ordine lo hanno identificato rapidamente e convocato. La vicenda si è conclusa con una denuncia e un provvedimento di espulsione emesso dal Questore di Bolzano. Il giovane è stato quindi obbligato a lasciare il territorio nazionale.

Situazioni come questa possono sembrare estreme, ma nascono spesso da frustrazione, disinformazione o difficoltà linguistiche. Tuttavia, ci sono alcuni comportamenti che non devono mai essere messi in atto, anche in momenti di difficoltà. Ecco alcuni esempi:

  1. Minacciare o intimidire gli operatori dell’Ufficio Immigrazione o altri pubblici ufficiali.
  2. Utilizzare un linguaggio aggressivo in email, telefonate o colloqui.
  3. Forzare le tempistiche o pretendere un rilascio immediato del permesso senza seguire l’iter previsto.

Questi atteggiamenti possono trasformare un semplice ritardo o problema burocratico in una grave questione legale, con rischi anche per la permanenza in Italia.

Per evitare complicazioni, ecco alcuni consigli pratici che ogni cittadino straniero dovrebbe seguire:

1. Rivolgersi sempre con rispetto alle autorità

Anche se la situazione è frustrante o il ritardo sembra ingiustificato, l’educazione e il rispetto sono fondamentali. Un tono calmo e una comunicazione formale possono fare la differenza.

2. Usare i canali ufficiali per chiedere lo stato della richiesta del permesso di soggiorno

Inviare email solo agli indirizzi istituzionali (es. PEC o email del commissariato), presentarsi agli sportelli solo su appuntamento se sai che la questura non riceve senza appuntamento e non telefonare insistentemente o minacciare di “farsi giustizia da soli”.

Nella storia che abbiamo ascoltato, questo cittadino non ha seguito questi consigli ed ha subito gravi conseguenze di cui si pentirà per tantissimo tempo.

3. Informarsi sulle tempistiche

Il rinnovo del permesso di soggiorno richiede tempo: in molti casi sono necessari 60-90 giorni per l’elaborazione della pratica. È importante non pretendere una risposta immediata.

Intanto, è anche possibile controllare o verificare online lo stato della propria pratica per sapere se ci sono eventuali anomalie. In questo video, viene spiegato uno dei modi per fare questa verifica:

4. Farsi assistere da un patronato o un avvocato

In caso di difficoltà linguistiche, di documentazione incompleta o di problematiche personali, è consigliabile rivolgersi a un patronato, un’associazione specializzata o un avvocato esperto in immigrazione.

Abbiamo un servizio di assistenza e consulenza che puoi prenotare direttamente qui per guidarti in caso difficoltà sia nella richiesta di rilascio, rinnovo o conversione del permesso di soggiorno e nelle procedura di richiesta cittadinanza italiana.

5. Segnalare eventuali urgenze con documentazione

Se il ritardo nel rinnovo mette a rischio il lavoro, l’affitto o la regolarità del soggiorno, bisogna presentare documentazione che provi l’urgenza (es. lettera del datore di lavoro, contratto di locazione, prenotazione per viaggi urgenti, ecc.).

In questo modo sarà possibile chiedere un permesso di soggiorno provvisorio che ti permetterà di avere 90 giorni a disposizione per realizzare regolarmente e legalmente le tue attività. ALTRI DETTAGLI SONO IN QUESTO VIDEO:

📌 In conclusione, il rispetto delle regole e delle persone è alla base di una convivenza civile. L’accesso al permesso di soggiorno è un diritto, ma va esercitato nel rispetto delle procedure e delle autorità competenti.

Episodi come quello avvenuto a Bressanone devono servire da monito: un comportamento sbagliato può compromettere la permanenza in Italia e avere gravi conseguenze legali. Conoscere i propri diritti è fondamentale, ma ancora più importante è rispettare i propri doveri.

Sintesi realizzata da Gamaliel NIYONSABA

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