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Come ve l’avevamo anticipato in diretta, il Consiglio dei Ministri del 30 giugno 2025 ha approvato, in esame preliminare, il nuovo Decreto Flussi triennale 2026-2028, che stabilisce i criteri e le quote per l’ingresso regolare di cittadini non comunitari in Italia per motivi di lavoro.
Il decreto è stato proposto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dai Ministri Piantedosi (Interno), Calderone (Lavoro), Tajani (Esteri), Lollobrigida (Agricoltura) e Santanché (Turismo), e rappresenta un passo importante nella gestione strutturata dell’immigrazione per motivi economici.

Obiettivi del Decreto flussi per i prossimi 3 anni (2026, 2027 e 2028)
La finalità principale è quella di garantire l’ingresso legale e programmato di manodopera necessaria al sistema economico italiano, in particolare nei settori che soffrono una grave carenza di lavoratori reperibili sul territorio nazionale.
Oltre a rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, il decreto si inserisce in una più ampia strategia di:
- contrasto all’immigrazione irregolare,
- lotta al lavoro nero e allo sfruttamento,
- rafforzamento della cooperazione con i Paesi di origine,
- e potenziamento della formazione nei Paesi terzi, in vista dell’ingresso in Italia.
Le quote di ingresso del decreto flussi: 497.550 unità in tre anni
Il nuovo decreto programma quasi mezzo milione di ingressi regolari nel triennio 2026-2028, con una distribuzione mirata in base alle esigenze reali del mercato:
- Lavoro subordinato non stagionale e autonomo: 230.550 ingressi
- Lavoro stagionale (settori agricolo e turistico): 267.000 ingressi
Nel solo 2026 sono previsti 164.850 ingressi.
Queste cifre sono state definite tenendo conto:
- dei fabbisogni segnalati dalle parti sociali,
- del numero effettivo di domande presentate negli anni precedenti,
- e dell’obiettivo di una programmazione più realistica ed efficace rispetto al passato.
In questo video, troverai la ripartizione delle quote di questo decreto flussi triennale, cioè le previsioni di ogni singolo anno:
Una riforma graduale del Click Day del decreto flussi
Il governo ha anche confermato la volontà di superare progressivamente il meccanismo del “click day”, considerato inadeguato per garantire una vera pianificazione dell’immigrazione.
L’intento è favorire gli ingressi fuori quota, in particolare per i profili professionali più richiesti dalle aziende. In parallelo, si lavorerà al rafforzamento della formazione professionale nei Paesi di origine, per facilitare un inserimento più qualificato e stabile dei lavoratori stranieri nel tessuto produttivo italiano.
Quote annuali per settore e categorie di lavoratori
Secondo tante fonti vicine a questo dossier, il Decreto Flussi 2026–2028 prevede una distribuzione dettagliata delle quote annuali per settore, nonostante questo mecanismo basato sulla lotteria produca più cittadini irregolari che regolari con il permesso disoggiorno. Per ciascuno dei tre anni, sono previsti:
- 76.850 ingressi all’anno per il lavoro subordinato non stagionale e per il lavoro autonomo;
- Lavoro stagionale:
- 88.000 ingressi nel 2026,
- 89.000 nel 2027,
- 90.000 nel 2028;
- Lavoro domestico (colf e badanti):
- 13.600 ingressi nel 2026,
- 14.000 nel 2027,
- 14.200 nel 2028.
Una parte delle quote sarà riservata come canali preferenziali per lavoratori:
- altamente qualificati,
- provenienti da Paesi partner con cui l’Italia ha stretto accordi di cooperazione, anche per la gestione dei rimpatri e la prevenzione dell’immigrazione irregolare.
Il Governo ha dichiarato che il principio guida di questo decreto è quello di adattare i flussi ai reali fabbisogni del mercato del lavoro e alla capacità di accoglienza delle singole comunità locali, rafforzando i canali legali e scoraggiando quelli irregolari.
Tuttavia, il provvedimento ha suscitato reazioni contrastanti: alcune forze politiche, in particolare quelle di estrema destra come Casapound, hanno criticato la misura parlando di una presunta “invasione legalizzata”.
Dal click day al permesso di soggiorno: come funziona il percorso?
Dopo l’approvazione del Decreto Flussi, il processo per ottenere un permesso di soggiorno per lavoro si articola in diverse fasi. Tutto inizia con il cosiddetto click day, ovvero il giorno stabilito dal Ministero dell’Interno in cui i datori di lavoro possono inviare online le richieste di nulla osta al lavoro per assumere cittadini non comunitari residenti all’estero.
Una volta inviata la domanda e ottenuto il nulla osta, lo straniero può recarsi presso l’ambasciata o il consolato italiano del proprio Paese per richiedere il visto d’ingresso per motivi di lavoro. Dopo il rilascio del visto, potrà fare ingresso in Italia entro il termine indicato e presentarsi allo Sportello Unico per l’Immigrazione per firmare il contratto di soggiorno.
Infine, con il contratto firmato e la documentazione in regola, il lavoratore potrà richiedere presso la Questura il permesso di soggiorno per lavoro subordinato o autonomo, che lo autorizzerà a vivere e lavorare legalmente in Italia.
Secondo la recente riforma, bisogna fare attenzione a queste 2 tappe obbligatorie come viene spiegato anche in questo video:
Intanto, il decreto flussi del triennio 203-2025 non ha dato i risultati attesi. Questo è quanto emerge nel Monitoraggio della Campagna Ero Straniero che mette in evidenza lunghe attese e irregolarità, con meno 15% di permessi di soggiorno rilasciati. LEGGI TUTTO QUI.
❓ Posso ricevere assistenza per partecipare al Decreto Flussi?
Sì, offriamo assistenza e consulenza personalizzata per aziende e cittadini. Puoi contattarci su www.permessodisoggiorno.org o vedere il video guida sul nostro canale YouTube.
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