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Mentre il governo programma un nuovo decreto flussi triennale 2026–2028, in Italia ogni anno vengono stabilite migliaia di quote per l’ingresso legale di lavoratori stranieri. Ma la realtà dei fatti racconta un’altra storia: la maggior parte di queste quote resta inutilizzata, e pochissimi lavoratori riescono a ottenere il permesso di soggiorno. Il rapporto della campagna Ero Straniero, aggiornato a fine 2024, conferma con numeri precisi un fallimento strutturale.

1. Quote previste e realtà dei fatta nel decreto flussi: i numeri chiave del disastro nel 2023 e nel 2024
Nel biennio 2023–2024, il governo italiano ha previsto più di 278.000 ingressi attraverso i decreti flussi:
- 131.850 posti nel 2023
- 146.850 posti nel 2024
Ma i nulla osta effettivamente rilasciati sono stati:
- 74.445 nel 2023 (solo il 56,5% delle quote previste)
- 83.570 nel 2024 (pari al 56,9% delle quote)
E i numeri peggiorano man mano che si va avanti nella procedura.
2. Quanti permessi di soggiorno sono stati rilasciati? Permessi di soggiorno effettivamente rilasciati: solo il 7,5%
Dalla domanda iniziale fino al permesso di soggiorno finale, il sistema si sgretola:
- Nel 2023, a fronte di 127.707 quote assegnate, solo 16.188 domande sono arrivate alla fase di sottoscrizione del contratto e richiesta del permesso (il 13%).
- I permessi di soggiorno effettivamente rilasciati dalle questure sono appena 9.528: appena il 7,5% delle quote iniziali.
Nel 2024, la situazione è ancora peggiore: solo il 7,8% delle quote assegnate ha prodotto una richiesta di permesso di soggiorno.
3. Visti mai richiesti o mai rilasciati tramite il decrecto flussi
- Nel 2023, solo 37.790 visti sono stati rilasciati su 74.445 nulla osta (50,8%).
- Nel 2024, appena 24.151 visti su 83.570 nulla osta (28,9%).
Migliaia di persone sono rimaste bloccate nel loro Paese, anche dopo aver ricevuto il nulla osta. Nel 2024, più di 10.800 lavoratori non sono riusciti ad arrivare in Italia.
4. Rinunce, revoche e silenzi: la burocrazia uccide il sistema del decreto flussi
Nel 2023:
- 56.497 domande hanno avuto esito negativo (43,1%)
Nel 2024: - 75.214 domande respinte o abbandonate (47,4%)
La maggior parte delle domande non va a buon fine per cause non sempre note: il datore di lavoro rinuncia, si rende irreperibile o non completa la procedura. In tanti casi si tratta di rinunce (35-36%) o archiviazioni perché il datore non si presenta.
5. Le cause: tra burocrazia e mancanza di controlli reali nel decreto flussi. Perché il decreto flussi non funziona?
Il rapporto individua diverse cause strutturali:
- Tempi lunghissimi: tra il nulla osta e il visto possono passare oltre 6 mesi.
- Ambasciate in tilt: spesso gli appuntamenti per il visto non si riescono a ottenere in tempo.
- Datori di lavoro poco affidabili: molti si tirano indietro o non completano la procedura.
- Speculazione e truffe: esiste una vera e propria “industria della migrazione” con finti datori di lavoro e intermediari che si fanno pagare anche migliaia di euro per una falsa promessa.
6. Il decreto flussi è un sistema che genera irregolarità.
Il paradosso è evidente: un meccanismo creato per favorire l’ingresso legale finisce per produrre nuova irregolarità. Chi entra in Italia con un nulla osta ma non riesce a ottenere il permesso rischia di finire:
- nel lavoro nero,
- senza documenti,
- in una condizione di estrema vulnerabilità.
In questo video, abbiamo spiegato questi numeri spaventosi dei recenti decreti flussi fallimentari
7. Le proposte di riforma dei decreti flussi futuri. Come risolvere il fallimento del decreto flussi in Italia?
La campagna Ero Straniero propone soluzioni concrete:
- Permesso di soggiorno per attesa occupazione per chi perde il lavoro o non riesce a finalizzare la procedura.
- Canali di ingresso extra-quote, senza click day, per assunzioni dirette.
- Permesso per ricerca lavoro sponsorizzato da datori o enti.
- Regolarizzazione per radicamento sociale, sul modello spagnolo dell’“arraigo social”.
In conclusione, mentre il governo programma un nuovo decreto flussi triennale 2026–2028, è fondamentale non ripetere gli errori del passato. I numeri parlano chiaro: l’attuale sistema non funziona. Servono riforme strutturali, meno burocrazia, più tutele per i lavoratori stranieri e veri controlli sui datori di lavoro.
Chi lavora in Italia, chi contribuisce all’economia, chi cerca un futuro legale, non può essere lasciato in un limbo.
Sintesi realizzata da Gamaliel NIYONSABA
Fonte dati nel rapporto realizzato dalla Campagna Ero Straniero partendo dei dati ufficiali dei ministeri che si occupano del decreto flussi.
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