CITTADINANZA ITALIANA: COSA CAMBIA CON LA NUOVA LEGGE SULLO IUS SANGUINIS

Articolo letto 12 volte!

La tua iscrizione non può essere convalidata. Verifica bene informazioni inserite e riprova adesso.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente, grazie mille. Adesso, controlla la tua posta per attivazione email.

VUOI RIMANERE AGGIORNATO?

Abbonati alla nostra newsletter sicura e breve, ma molto utile.

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

Il 20 maggio 2025 è diventata legge la riforma sulla cittadinanza italiana per discendenza. Si tratta di un cambiamento importante per migliaia di persone nel mondo che aspirano ad avere il passaporto italiano grazie alle loro origini familiari. Il provvedimento, già discusso nei mesi precedenti e oggetto di forti dibattiti, introduce nuove regole per stabilire chi ha diritto alla cittadinanza italiana iure sanguinis, cioè per “diritto di sangue”.

Cittadinanza italiana firma e giuramento e chiarimenti sulla nuova legge riforma iure sanguinis o per discendenza italiana
Cittadinanza italiana firma e giuramento e chiarimenti sulla nuova legge riforma iure sanguinis o per discendenza italiana

Questa riforma nasce con l’obiettivo di rendere più chiaro e coerente il riconoscimento della cittadinanza, evitando abusi e garantendo un legame reale tra l’individuo e l’Italia. Di seguito vediamo nel dettaglio le tre principali novità introdotte dalla legge e cosa significano, in pratica, per i discendenti di italiani nati all’estero.

Una delle modifiche più rilevanti è l’introduzione di un limite generazionale per l’ottenimento della cittadinanza italiana. D’ora in avanti, la cittadinanza per ius sanguinis sarà riconosciuta automaticamente solo a chi è discendente entro la seconda generazione. In parole semplici, ciò riguarda chi ha un genitore o un nonno nato in Italia, in possesso della cittadinanza italiana al momento della nascita del richiedente. Chi ha radici italiane più lontane, ad esempio bisnonni o trisnonni, non potrà più ottenere la cittadinanza in modo automatico.
N.B: In seguito alla modifica voluta dal Senato, l’unica eccezione sarà per i minori e neonati per chi si potrà andare fino al terzo grado.

Questa novità cambia drasticamente la situazione per milioni di persone, soprattutto in paesi come l’Argentina o il Brasile, dove tante famiglie italiane emigrarono più di un secolo fa. Fino a oggi, bastava dimostrare la discendenza diretta, anche da un antenato nato in Italia nell’800, e provare che la cittadinanza non era mai stata interrotta per ottenere il riconoscimento. Con la nuova legge, invece, si mette un punto fermo: in generale, solo i legami più recenti, fino alla seconda generazione, sono considerati sufficienti.

Oltre al limite generazionale, la nuova legge introduce un ulteriore paletto: per essere riconosciuta, la cittadinanza deve essere stata effettivamente posseduta e trasmessa da un genitore o nonno che abbia risieduto in Italia per almeno due anni consecutivi prima della nascita del figlio. Questo dettaglio, apparentemente tecnico, ha conseguenze molto concrete. Significa che non basta avere un antenato italiano, ma occorre anche dimostrare che questi abbia mantenuto un legame attivo e legale con l’Italia nel momento in cui ha trasmesso la cittadinanza.

Questa condizione tende a restringere ulteriormente la platea dei beneficiari. In molti casi, infatti, gli emigrati italiani hanno perso la cittadinanza per naturalizzazione nei paesi d’accoglienza, o hanno interrotto il legame con l’Italia senza saperlo. Le nuove regole richiederanno documenti più precisi sulla residenza dell’ascendente in Italia, e questo potrà rendere più difficile, se non impossibile, dimostrare i requisiti richiesti.

Un altro elemento chiave della riforma è l’introduzione di un principio che finora non esisteva nella legge italiana: il legame effettivo con l’Italia. Non basta più la discendenza biologica o il possesso “formale” della cittadinanza da parte dell’ascendente. Il nuovo testo prevede che il cittadino italiano per ius sanguinis dovrà, almeno ogni 25 anni, esercitare un diritto o adempiere un dovere civico (come votare o risiedere anche temporaneamente in Italia), pena la perdita della cittadinanza. Ascolta Antonio Tajani, Ministro degli Esteri e promotore di questa nuova legge riforma della cittadinanza italiana iure sanguinis, detta anche cittadinanza italiana ius sanguinis:

Questa novità mira a ridurre il fenomeno di chi ottiene la cittadinanza italiana solo per vantaggi pratici (come viaggiare senza visto nell’UE) senza alcun legame reale con il Paese. Tuttavia, resta da chiarire come verranno monitorati questi legami nel tempo e chi sarà incaricato di verificarli. Inoltre, molti si chiedono se una simile norma possa davvero essere applicata retroattivamente, e quali strumenti avranno i consolati e le amministrazioni italiane per gestire questi controlli.

Le nuove regole colpiscono in modo particolare le comunità di origine italiana all’estero, che da generazioni mantengono viva la lingua, la cultura e i valori italiani. In paesi come Argentina, Brasile, Uruguay, Stati Uniti e Canada, milioni di persone si sono sempre riconosciute nelle loro radici italiane. Per loro, il riconoscimento della cittadinanza non è solo una questione burocratica, ma un simbolo di identità.

Con la riforma, però, molti di questi discendenti si troveranno improvvisamente esclusi. Le famiglie con bisnonni o trisnonni italiani, che fino a oggi avevano diritto al riconoscimento se riuscivano a ricostruire la linea di sangue, ora dovranno fare i conti con i nuovi paletti generazionali e con l’obbligo di dimostrare la residenza effettiva in Italia dei propri ascendenti. In pratica, il sogno italiano rischia di svanire per migliaia di persone che si sentivano legate al Paese dei propri nonni.

Questa stretta ha già suscitato reazioni critiche da parte di associazioni italiane nel mondo, che denunciano un atteggiamento troppo restrittivo da parte dello Stato italiano. C’è chi teme una rottura definitiva con le comunità all’estero, proprio nel momento in cui si potrebbe valorizzare il legame con la diaspora per motivi culturali, economici e diplomatici. La cittadinanza, in fondo, non è solo un diritto, ma anche un ponte tra chi è rimasto e chi è partito.

Se sei discendente di cittadini italiani e vuoi sapere se puoi ancora richiedere la cittadinanza con le nuove regole, contattaci per una consulenza personalizzata. Analizziamo insieme la tua situazione familiare, i documenti in tuo possesso e ti aiutiamo a preparare la domanda nel modo corretto, evitando errori e perdite di tempo.

👉 Visita il sito permessodisoggiorno.org o scrivici direttamente per ricevere assistenza o consulenza in poco tempo.
📧 Puoi anche seguirci su YouTube dove spieghiamo ogni passaggio con esempi pratici e rispondiamo alle domande più comuni.

1. Ho un bisnonno italiano. Posso ancora richiedere la cittadinanza?
Con la nuova legge, no. La cittadinanza per discendenza è limitata alla seconda generazione, quindi solo se il tuo genitore o nonno era cittadino italiano al momento della tua nascita e aveva vissuto in Italia per almeno due anni consecutivi.

2. Avevo già iniziato la procedura. Cosa succede ora?
Se la tua domanda è stata presentata prima dell’entrata in vigore della legge, potrebbero valere le regole precedenti. Ma è importante verificare caso per caso. Ti consigliamo di richiedere una consulenza per capire se sei ancora in tempo o se occorrono integrazioni alla documentazione.

3. Come si dimostra che il mio nonno o genitore ha vissuto in Italia per due anni?
Servono documenti ufficiali, come certificati di residenza storica, iscrizioni anagrafiche, registrazioni di lavoro, o altri atti che attestino la permanenza effettiva in Italia per almeno due anni prima della nascita del figlio.

4. Cosa significa “legame effettivo con l’Italia”?
Chi ottiene la cittadinanza dovrà dimostrare, almeno ogni 25 anni, di avere un legame attivo con il Paese, ad esempio partecipando alle elezioni italiane, mantenendo la residenza (anche temporanea) in Italia o rinnovando documenti. In caso contrario, la cittadinanza può essere revocata.

5. I consolati italiani all’estero applicheranno subito le nuove regole?
Sì, la legge è in vigore e i consolati dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni. Tuttavia, ci potrebbe essere un periodo di transizione per le domande già in fase avanzata.

ALTRE DOMANDE FREQUENTI IN QUESTO MOMENTO SULLA NUOVA LEGGE SULLA RIFORMA CITTADINANZA ITALIANA

🇮🇹 Cosa cambia con la nuova legge sulla cittadinanza italiana 2025?

Nel 2025, l’Italia ha approvato una riforma storica in materia di cittadinanza per discendenza. Le modifiche mirano a ristabilire un legame autentico tra il richiedente e l’Italia, riducendo l’accesso automatico alla cittadinanza solo perché si discende da un italiano.

👨‍👩‍👧‍👦 Chi ha diritto alla cittadinanza italiana con la nuova legge?

Il diritto alla cittadinanza è oggi limitato ai figli o nipoti di italiani (seconda generazione) che possano dimostrare che il loro genitore o nonno abbia vissuto in Italia per almeno due anni consecutivi. Non bastano più solo gli atti di nascita in linea retta.

📄 Quali documenti servono per la cittadinanza italiana per discendenza?

Tra i documenti richiesti: certificato di nascita, atti di matrimonio, certificati di cittadinanza del proprio antenato italiano e prova della residenza effettiva in Italia per almeno due anni consecutivi. Spesso serve anche una traduzione giurata e legalizzazione per tutti i documenti rilasciati all’estero in altre lingue.

🕓 Quanto tempo serve per ottenere la cittadinanza italiana iure sanguinis?

La tempistica dipende dal consolato o comune italiano competente. In media, la procedura può durare da 1 a 3 anni, ma con la nuova legge e il restringimento dei requisiti, i tempi potrebbero ridursi grazie al minor numero di domande accettabili.

📍 Dove fare domanda per la cittadinanza italiana iure sanguinis?

La richiesta può essere presentata presso il consolato italiano nel paese di residenza oppure presso un comune italiano se si trasferisce la residenza in Italia per almeno 12 mesi.

🔎 Come ottenere la cittadinanza italiana per discendenza nel 2025?

Il primo passo è verificare la propria linea di discendenza diretta, raccogliere i documenti giusti e capire se si rientra nella seconda generazione. È poi necessario dimostrare la residenza dell’antenato in Italia e presentare la domanda tramite le sedi ufficiali.

📉 Quanto è valido il diritto alla cittadinanza italiana per i nipoti di italiani?

Con la riforma, il diritto dei nipoti non è più automatico: è valido solo se il nonno/a ha vissuto stabilmente in Italia prima della nascita del genitore richiedente. Questo esclude molte richieste basate su legami remoti, anche se ben documentati.

🔗 Come dimostrare il legame con l’Italia per la cittadinanza iure sanguinis?

Per mantenere la cittadinanza acquisita, bisogna mostrare un legame effettivo ogni 25 anni. Si può fare iscrivendosi all’AIRE, rinnovando documenti italiani, partecipando a elezioni o dimostrando la presenza in Italia per motivi familiari, di studio o lavoro.

🛂 Nuove regole cittadinanza italiana per discendenti di italiani all’estero

La riforma punta a rafforzare l’identità culturale nazionale, garantendo la cittadinanza solo a chi ha un legame reale con l’Italia. Le richieste che partono da bisnonni o trisnonni, se prive del requisito della residenza italiana diretta, saranno respinte.

📘 Chi perde il diritto alla cittadinanza italiana con la nuova legge

Perdono il diritto i discendenti oltre la seconda generazione e chi non può provare il legame con l’Italia. Inoltre, chi acquisisce la cittadinanza e non mantiene il legame nei successivi 25 anni rischia la revoca della cittadinanza per mancanza di continuità.

Conclusione

La nuova legge sulla cittadinanza per ius sanguinis cambia profondamente l’approccio italiano al riconoscimento della cittadinanza per discendenza. Con limiti più stringenti e nuovi requisiti, il Governo intende rafforzare il concetto di “appartenenza” e non solo quello di “origine”. Il tema, però, resta delicato, soprattutto perché riguarda milioni di persone che si sentono italiane nel cuore, pur vivendo lontano dal Paese.

Chi ha già presentato domanda o intende farlo nei prossimi mesi dovrà valutare con attenzione se rientra nei nuovi criteri. È consigliabile consultare professionisti o esperti del settore, soprattutto perché molte domande di cittadinanza dovranno essere supportate da nuovi documenti e prove. Resta da vedere se in futuro verranno introdotti ulteriori correttivi o deroghe per i casi già avviati. Ma una cosa è certa: la cittadinanza italiana non sarà più un diritto “infinito” solo perché si ha un trisnonno nato nel Bel Paese. Da oggi, conta anche quanto si è legati davvero all’Italia.

SCARICA IL TESTO DELLE NUOVA LEGGE SULLA CITTADINANZA ITALIANA IURE SANGUINIS QUI

HAI UNA DOMANDA E DESIDERI UNA RISPOSTA IN POCO TEMPO?

Scegli l'assistenza desiderata:
Nome e cognome:
Email o Telefono/Whatsapp:

Articolo letto 12 volte!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Sei umano? Per la sicurezza del nostro sito, rispondi a questa domanda. * Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.