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Espulsione di Matteo Piantedosi, un episodio diplomatico che fa discutere
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, simbolo della linea dura del governo italiano contro l’immigrazione irregolare, è stato respingito in Libia l’8 luglio 2025. L’episodio ha dell’incredibile: colui che negli ultimi anni ha firmato centinaia di provvedimenti di espulsione e rimpatrio di cittadini stranieri irregolari si è visto espellere a sua volta dal governo della Libia orientale. Vediamo i dettagli su questa vicenda.

Il motivo ufficiale? L’ingresso a Bengasi, roccaforte del generale Haftar, sarebbe avvenuto senza autorizzazione, violando secondo le autorità locali le regole di accesso al territorio sotto il loro controllo. Ma la vicenda assume contorni più simbolici che tecnici.
Matteo Piantedosi, un ministro noto per la linea dura contro gli stranieri senza permesso di soggiorno regolare
Come raccontato nel nostro video sul canale YouTube e nell’articolo pubblicato su permessodisoggiorno.org, il ministro Piantedosi ha dato una forte accelerazione alla politica dei rimpatri forzati. Solo nella settimana precedente a questa vicenda, 256 cittadini stranieri sono stati espulsi o accompagnati alla frontiera, in quella che appare come una vera e propria “campagna di pulizia amministrativa” contro chi non ha un titolo valido di soggiorno in Italia.
In diversi casi, gli stranieri espulsi erano presenti sul territorio da anni, avevano tentato di rinnovare o regolarizzare la propria posizione, ma si sono scontrati con ritardi burocratici, errori della Pubblica Amministrazione o mancanza di tutela legale.
Il cortocircuito: chi decide chi può restare?
L’ironia della situazione è evidente: un ministro che ha costruito la sua immagine sulla difesa dei confini italiani, espulso a sua volta da un Paese straniero. Questo episodio mette in evidenza la relatività del concetto di “permesso”: oggi sei tu a decidere chi può restare, domani qualcun altro decide che tu devi andartene.
La vicenda offre un’occasione per riflettere sulla gestione delle espulsioni in Italia:
- È giusto allontanare persone che sono in attesa di rinnovo del permesso?
- I ritardi delle Questure devono ricadere sul cittadino straniero?
- Perché spesso il rimpatrio è usato come strumento politico?
Le conseguenze sul piano diplomatico e interno
L’espulsione di Piantedosi dalla Libia rischia di compromettere i rapporti diplomatici tra Italia, Unione Europea e la Libia orientale. Allo stesso tempo, offre alla società civile, agli attivisti per i diritti umani e alle comunità migranti un’occasione per denunciare il doppio standard applicato spesso ai migranti.
Mentre il Viminale giustifica l’episodio come “incomprensione protocollare”, resta l’immagine forte di un ministro dell’Interno espulso da un Paese che l’Italia stessa ha aiutato a finanziare per bloccare i migranti.
In conclusione, l’espulsione di Piantedosi dalla Libia è un episodio altamente simbolico, che mette in discussione la legittimità e l’efficacia delle politiche di rimpatrio forzato. Come sempre, su permessodisoggiorno.org e sul nostro canale YouTube Permesso di Soggiorno, continueremo a seguire da vicino queste vicende, offrendo informazioni, assistenza e strumenti legali a chi rischia di perdere il diritto a restare in Italia.
🔗 Leggi l’articolo completo:
Rimpatri in aumento: 256 espulsioni in una settimana – Come evitarlo
🎥 Guarda il video:
Piantedosi e la nuova ondata di espulsioni
Gamaliel NIYONSABA, Fondatore di permessodisoggiorno.org
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