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Per cittadini stranieri, famiglie e imprese coinvolti nella regolarizzazione è iniziata l’ attesa. Per portare a termine la procedura sono richiesti almeno sei mesi di arretrati retributivi, contributivi e fiscali. Ecco i fac-simile per le dichiarazioni.
Le loro 130 mila domande sono al vaglio di Questure, Direzioni Territoriali del Lavoro e Sportelli Unici per l’Immigrazione e solo se non ci saranno intoppi nei prossimi mesi verranno chiamati a firmare il contratto di soggiorno. A quel punto, per arrivare finalmente al termine della regolarizzazione, i datori dovranno aver versato almeno sei mesi di arretrati di stipendi, tasse e contributi.
Per quanto riguarda i contributi, le aziende dovranno esibire copia delle denunce Uniemens o, in caso di rapporti di lavoro agricolo, copia dei modelli DMAG. Alle famiglie basterà invece presentare le ricevute dei bollettini MAV inviati dall’Inps a chi ha chiesto di mettere in regola colf, badanti o babysitter.
Le tasse arretrate saranno richieste solo alle imprese, dal momento che nei rapporti di lavoro domestico il datore non è sostituto d’imposta. La prima scadenza per versare le ritenute fiscali dei lavoratori da regolarizzare è il prossimo sedici novembre. Allo sportello unico per l’immigrazione il datore dovrà presentare un’autocertificazione, della quale il ministero dell’Interno ha pubblicato un fac-simile.
Potrà essere auto-certificato con una dichiarazione congiunta di datore e lavoratore (ecco i fac-simile per lavoro subordinato o domestico) anche il pagamento delle retribuzioni arretrate. Queste non potranno essere inferiori ai minimi previsti dal contratto collettivo nazionale di riferimento (CCNL) e, comunque, all’importo dell’assegno sociale.
Elvio Pasca, stranieriinitalia.it
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