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In Italia, il dibattito sulla cittadinanza italiana è tornato al centro dell’attenzione grazie a una raccolta firme per un referendum che potrebbe portare a una significativa riforma della legge attuale. Il tema ruota attorno a modelli come lo ius scholae, che permetterebbe ai minori stranieri di ottenere la cittadinanza se hanno completato un ciclo scolastico in Italia.
Questa proposta si contrappone al principio tradizionale dello ius sanguinis, alla base della normativa attuale, che concede la cittadinanza solo ai figli di cittadini italiani. Con oltre 500.000 firme già raccolte, il referendum cittadinanza rappresenta un’importante opportunità di cambiamento. In questo articolo esploriamo la situazione attuale, i potenziali scenari futuri e le implicazioni di questa iniziativa.
L’attuale legge sulla cittadinanza italiana: lo ius sanguinis
In Italia, il principio che regola la cittadinanza è lo ius sanguinis. Questo significa che una persona diventa cittadina italiana se almeno uno dei genitori è italiano, indipendentemente dal luogo di nascita. Chi nasce da genitori stranieri in Italia non acquisisce automaticamente la cittadinanza e deve attendere il compimento dei 18 anni per richiederla, a condizione di aver vissuto continuativamente nel Paese. Altri modi per ottenere la cittadinanza includono il matrimonio con un cittadino italiano o una residenza continuativa di almeno 10 anni.
Le proposte di riforma: ius soli e ius scholae
Negli ultimi anni, il dibattito politico si è concentrato su due nuove possibili forme di acquisizione della cittadinanza:
- Ius soli, secondo il quale basterebbe essere nati sul territorio italiano per ottenere la cittadinanza.
- Ius scholae, che concede la cittadinanza ai minori stranieri che abbiano completato almeno un ciclo di studi in Italia, facilitando così l’integrazione dei giovani cresciuti nel Paese.
La proposta di ius scholae è al centro delle richieste di riforma per aggiornare la legge sulla cittadinanza e favorire l’inclusione delle seconde generazioni. Per quanto riguarda l’aggiornamento della legge sulla cittadinanza italiana, alcuni politici sostengono che bisogna fare di più, agendo anche sugli altri requisiti che sono segno di disuguaglianza tra gli stranieri, chiedendo lo stesso trattamento. Ecco cosa dice il debutato Aboubakar Soumahoro:
La raccolta firme e il referendum: il traguardo delle 500.000 firme
Nel 2024, un movimento guidato da +Europa e altre forze politiche e civili hanno lanciato una campagna per un referendum volto a modificare la legge sulla cittadinanza. Questo referendum, che ha recentemente superato le 500.000 firme necessarie, punta a ridurre il requisito di residenza per ottenere la cittadinanza italiana da 10 a 5 anni (Informazione)(Fanpage Notizie). Ormai ci sono oltre 600mila firme. CLICCA QUI PER VEDERE LE FIRME AGGIORNATE.
L’adesione maggiore è arrivata dalle regioni del nord Italia, come l’Emilia-Romagna e la Lombardia, e Lazio dove la presenza di residenti stranieri è più alta (Adnkronos). Verramente quasi nessun credeva che ci sarebbe stata una adesione o affluenza molto alta che ha permesso di raggiungere le firme necessarie prima della data finale, cioè il 30 settembre 2024. In questo video, ci troverai come la pensano alcuni membri del movimento Italiani Senza Cittadinanza che fanno parte dei promotori di questa campagna di raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza italiana:
Le prossime tappe: cosa accade ora?
Dopo il raggiungimento delle firme, il prossimo passo sarà:
- il deposito presso la Corte di Cassazione, che dovrà verificare la regolarità della raccolta.
- Entro il 31 ottobre si attendono eventuali osservazioni,
- La Corte Costituzionale valuterà l’ammissibilità del referendum entro gennaio 2025 (Fanpage Notizie).
- Se tutto procederà come previsto, il referendum potrebbe essere fissato tra aprile e giugno 2025(Adnkronos).
Le posizioni politiche e il futuro della cittadinanza in Italia
Il dibattito politico resta acceso. Mentre i promotori del referendum vedono questa iniziativa come un’opportunità per aggiornare una legge considerata obsoleta, il governo attuale, guidato da Giorgia Meloni, ritiene che non ci sia bisogno di una nuova legge sulla cittadinanza, definendo quella attuale “ottima”(Adnkronos).
Il percorso verso una riforma della cittadinanza italiana è ancora lungo, ma il superamento delle 500.000 firme segna un momento cruciale. La possibile introduzione dello ius scholae e la riduzione dei tempi di residenza potrebbero ridefinire il concetto di cittadinanza in Italia, influenzando la vita di milioni di persone. Tuttavia, la strada verso il referendum e le eventuali modifiche legislative dipenderanno dal confronto politico e dalle decisioni della Corte Costituzionale. La posta in gioco è alta, e la partecipazione popolare a questo dibattito è una testimonianza dell’importanza di affrontare questioni che riguardano l’inclusione e il futuro del Paese.
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