IL PERMESSO DI SOGGIORNO PER PROTEZIONE SPECIALE È STATO VERAMENTE ABOLITO?

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In questi giorni la nuova legge sull’immigrazione ha suscitato tanta inquietudine non soltanto tra gli immigrati in Italia, ma anche tra tutte le persone che lavorano per favore l’integrazione di tutti nella società italiana come i gli avvocati ed operatori legali immigrazionisti, gli assistenti sociali, i mediatori culturali e sociali. Nel loro lavoro quoditiano possono anche guidare ed orientare i nuovi cittadini arrivati in Italia nelle lunghe procedure verso l’ottenimento del permesso di soggiorno in Italia. Tra i problemi che tutti incontrano ci troviamo i continui cambiamenti nell’ambito della legge sull’immigrazione. Per questo motivo tanti di loro ci stanno contattando per chiedere se veramente il permesso di soggiorno per protezione speciale è stato cancellato o abolito. In quest’articolo, vediamo la stuazione attuale in seguito al nuovo decreto  legge immigrazione – Cutro.

Il nuovo decreto immigrazione n° 20 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 marzo 2023 ha portato tante modifiche come le 5 novità di cui vi abbiamo parlato in materia della procedura del decreto flussi dalla richiesta del nulla osta fino all’ottenimento del permesso di soggiorno per motivo di lavoro o la conversione di alcuni tipi di permesso di soggiorno di soggiorno come quelli rilasciati per motivo di studio, formazione e tirocinio in Italia. Ha anche portato modifiche sulla durata di alcuni tipi di permesso di soggiorno introducendo un’altra durata per questi 3 tipi di permesso di soggiorno che troverai anche in questo video:

Allora cosa è successo veramente al permesso di soggiorno per protezione speciale, secondo questo nuovo decreto immigrazione firmato dal Governo di Giorgia Meloni?

  • Come funzionava la protezione speciale e come era il permesso di soggiorno che veniva rilasciato fino al 10 marzo 2023?

Senza entrare troppo nei dettagli, il permesso di soggiorno per protezione speciale è stato diffuso dopo l’abrogazione del permesso di permesso di soggiorno per motivi umanitari voluta dal decreto sicurezza dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Visto che questo decreto sicurezza portava con sé più danni che bene, ci sono state le modifiche portate avanti da Luciana Lamorgese quando ha sostituito Matteo Salvini al Ministero dell’Interno. Questa modifica riguardava anche il permesso di soggiorno per protezione speciale con le sue nuove proprietà (Decreto Legge 173/202).

Infatti, come ve lo abbiamo ben spiegato in quest’articolo raggiungibile cliccando qui, la protezione speciale è previsto per proteggere la persona dall’espulsione o dal respingimento verso uno Stato in cui possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di orientamento sessuale, di identità di genere di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali, ovvero possa rischiare di essere rinviato verso un altro Stato nel quale non sia protetto dalla persecuzione. 

La protezione veniva accettata in tutte le situazioni in ci sono fondati motivi di ritenere che lo straniero, in caso di espulsione, rischi di essere sottoposto a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o di violazioni sistematiche e gravi di diritti umani. Dunque, nessuna la possibilità di allontanamento dello straniero dal territorio nazionale, qualora ciò comportasse una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare. Durante l’eseme della domanda, si teneva conto anche:

  • dei vincoli familiari dell’interessato,
  • del suo effettivo inserimento sociale in Italia,
  • della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale,
  • dell’esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il Paese di origine.

Quindi, veniva rilasciato un permesso di soggiorno per motivo di protezione speciale che si poteva rinnovare e convertire in permesso di soggiorno per motivo di lavoro subordinato o autonomo in presenza dei requisiti richiesti.

  • Cosa è cambiato sul permesso di soggiorno per protezione speciale in seguito al nuovo decreto legge immigrazione n° 20 del 10 marzo 2023?

Il nuovo decreto immigrazione non ha veramente cancellato il permesso di soggiorno per protezione speciale, ma lo ha modificato in modo molto restritivo. Questo significa che le nuove modifiche che sono state introdotte riducono il numero dei beneficiari della protezione speciale. Vengono modificati i divieti di espulsione e di respingimento in materia di categorie vulnerabili previsti dall’articolo 19 del Testo Unico Immigrazione.

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Infatti, tante novità introdotte dal DL 173/2020 sono state abrogate togliendo quindi rilievo al fatto che l’ espulsione possa essere gravemente lesiva di un radicamento della persona. Da qui, si capisce che non verrà più rilasciato il permesso di soggiorno per motivi sociali in seguito alla buona integrazione familiare e sociale. In più, l’articolo 7 di questo decreto nuovo del 10 marzo 2023 ha portato modifiche:

  • sulla durata e il rinnovo del permesso di soggiorno rilasciato per protezione spieciale: “i permessi di soggiorno già rilasciati ai sensi del citato articolo 19, comma 1.1, terzo periodo, in corso di validità, sono rinnovati per una sola volta e con durata annuale a decorrere dalla data di scadenza. Resta ferma la facoltà di conversione del titolo di soggiorno in motivi di lavoro se ne ricorrono i requisiti di legge.
  • l’eliminazione della protezione speciale per i vincoli familiari del richiedente asilo;
  • non per coloro che hanno già presentato la domanda alla questura per chiedere la protezione speciale prima del 11 marzo 2023. Per loro vige la prima legge (art. 19 del TUI e il Decreto legge173/2020).
  • Cosa rimane adesso del permesso di soggiorno per protezione speciale dopo questo nuovo decreto del 10 marzo 2023?

Dopo la pubblicazione del nuovo decreto legge immigrazione la confusione è totale non soltanto tra gli operatori legali, ma anche tra le questure che non hanno saputo capire chiaramente il senso della nuova norma in materia della protezione speciale. Ecco un esempio: 

Abolizione del permesso di soggiorno per la protezione speciale secondo alcune questure come la questura di Prato
Messaggio preso in un gruppo di operatori legali immigrazionisti

Per aiutare ad uscire da questa confusione in materia della protezione speciale, il professore Paolo Bonetti, uno degli esperti in diritto dell’immigrazione in Italia si è espresso in questo modo, commentando questo nuovo decreto legge, specialmente l’articolo 7:

Il permesso di soggiorno per protezione speciale è sempre rilasciabile nelle altre 3 ipotesi:

  1. rischio di subire nello Stato di origine o di invio persecuzione;
  2. rischio di subire nello Stato di origine o invio torture o trattamenti inumani o degradanti;
  3. divieto di rifiuto di rilascio o di revoca del permesso di soggiorno in presenza di obblighi costituzionali o internazionali.”

Il professore Bonetti continua dicendo che “poichè tra gli obblighi costituzionali vi sono il diritto di asilo e il divieto di estradizione per reati politici e tra gli obblighi internazionali c’è pure il diritto al rispetto della vita privata e familiare (art. 8 CEDU, cioè Corte Europea dei Diritti Umani) come applicato dalla giurisprudenza della Corte EDU oltre a tanti altri obblighi internazionali, potrebbe non cambiare nulla, ma nella realtà occorrerà forse documentare tutto in modo diverso e sempre in modo più oneroso e soprattutto la discrezionalità amministrativa circa gli elementi da valutare potrebbe aumentare mancando i parametri legali e rendendo molto incerti gli esiti delle domande, soprattutto quelle presentate direttamente al Questore, che resta sempre possibile.

Dunque l’abrogazione sopprime il riferimento all’effettiva integrazione sociale, ma resta la protezione speciale nelle ipotesi di divieto di rifiuto di rilascio o di rinnovo o di revoca del permesso di soggiorno per effetto dell’obbligo internazionale di rispettare il diritto al rispetto della vita privata e familiare.

Il problema è che i parametri dell’interpretazione dell’art. 8 della CEDU (Corte Europea dei Diritti Umani) sono molto più restrittivi per coloro che erano irregolarmente soggiornanti e l’integrazione sociale è tenuta in considerazione soltanto per chi era già regolarmente soggiornante.

Dunque l’integrazione sociale potrà valere solo per chi era regolarmente soggiornanti in Italia e forse per i minori. Ma la stessa Commissione nazionale per il diritto di asilo preannuncia successive circolari interpretative sul merito della nuova disciplina normativa.”

Il CIR – Consiglio Italiano per i Rifugiato ha espesso la sua preoccupazione mettendo in evidenza le violazione della Costituzione Italiana e dei trattati internazionali per la protezione dei vulnerabili. In una nota sul suo sito, il CIR fa notare che tante persone potranno perdere diritto al permesso di soggiorno e trovarsi di nuovo irregolari in Italia senza tutella e protezione, dopo tanti hanni d’inserimento sociale e lavorativa riusciti. Gli emendamenti approvati in senato non danno buon segno in questa battagli verso l’integrazione e la protezione, ma il ritorno della propaganda politica verso il diverso.

Vi terremo aggiornati sui sviluppi non soltanto di questo tema inerente alla protezione speciale, ma anche a tutti gli altri casi in cui il permesso di soggiorno viene chiamato in  causa dalla normativa vigente in funzione della sensibilità del governo. Specialmente in questo momento in cui si sente dire che anche i decreti sicurezza non dovrebbero tardare di fare il loro ritorno sulla scena del diritto dell’immigrazione, visto che faceva parte della campagna elettorale di Matteo Salvini. Stay tuned.

TABELLA COMPARATIVA DEI RECENTI DECRETI SULLA PROTEZIONE SPECIALE

Aggiornamento: 23/04/2023

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