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In un precedente articolo abbiamo parlato della direttiva europea (2003/109/CE) alla quale anche l’Italia è stata costretta ad adeguarsi per non subire sanzioni da parte dell’Unione Europea. Questa direttiva permette anche agli immigrati in possesso del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo, ai possessori della protezione sussidiaria e dell’asilo politico di avere accesso ai posti della pubblica amministrazione. La stessa direttiva permette anche agli immigrati con le famiglie numerose di avere diritto all’assegno familiare che, fino adesso, era solo per gli italiani ed altri membri della Comunità Europea. Vediamo come bisogna procedere per beneficiare di quest’assegno.
In Italia il problema dell’assegno familiare era da tanti anni punto di scontro tra le parti sociali, INPS e comuni. L’assegno familiare era solo per gli italiani ed altri cittadini provenienti dai paesi della Comunità Europea. Invece in Europa, questa direttiva è in atto dal 2003. Finalmente, in Italia la stessa direttiva è entrato in vigore dal 04 settembre 2013.
Chi ha diritto a quest’assegno? Quanto vale? Dove fare la richiesta?
Hanno diritto all’assegno familiare le famiglie con almeno tre figli minori a carico. Gli importi e i parametri degli assegni concessi dai Comuni e pagati dall’INPS alle neo mamme e alle famiglie numerose. È un aiuto che spetta solo ai più bisognosi, una condizione certificata dall’indicatore della situazione economica (ISE) calcolato gratuitamente dai patronati.
Il valore o l’importo dell’assegno per le famiglie numerose varia secondo il numero dei componenti della famiglia e il reddito dichiarato dalla famiglia. Non c’è un importo fisso per quest’assegno, ma ogni anno il Governo lo decide secondo il costo della vita. Per l’anno 2013, l’importo dell’assegno per le famiglie numerose è al massimo di 139,49 euro al mese per tredici mensilità. Per riuscirci, il Governo ha stanziato 15,71 milioni di euro fino alla fine del 2013, e 31,41 milioni di euro a decorrere dal 2014
La richiesta dell’assegno per le famiglie numerose va fatta al comune dove si ha la residenza entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello per il quale è richiesto l’assegno e bisogna aspettare che l’ufficio comunale incaricato dia la risposta definitiva dopo le sue verifiche. Ricordiamo che quest’assegno vale anche per le neo mamme, ma i requisiti rimangono gli stessi.
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In conclusione, questo è davvero una delle iniziative dell’Unione Europea per favorire la vera integrazione di tutti i cittadini senza discriminare la loro origine. Speriamo che anche alcuni partiti politici che non l’hanno ancora capito abbiano un minimo buon senso e riescano a capire che abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri davanti alla legge.
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