RISULTATI SORPRENDENTI DEI 2 PRIMI CLICK DAY DEL DECRETO FLUSSI 2023

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Nei nostri articoli precedenti, abbiamo fornito dettagli sul Decreto Flussi 2023, delineando i paesi e i settori ammessi, insieme alle quote stabilite. Durante i primi due dei tre giorni designati come “click day” per l’invio delle domande, abbiamo commentato in diretta su Facebook e YouTube i problemi tecnici che si sono verificati. Ora, giungono i primi risultati ufficiali dal Ministero dell’Interno, offrendo uno sguardo approfondito sull’andamento delle richieste.

Risultati dei 2 primi Click Day del decreto flussi 2023: 320mila domande presentate

Il Ministero dell’Interno ha recentemente pubblicato i risultati dei primi due click day del Decreto Flussi 2023, svoltisi il 2 e il 4 dicembre. Durante questi giorni, sono state elaborate le procedure relative a un totale di 52.770 quote di ingresso.

  • Il click day del 2 dicembre ha visto un notevole interesse, con 50.576 istanze trasmesse per il lavoro subordinato non stagionale nei primi 4 minuti, superando le 39.030 quote previste. Da allora, il numero totale di domande inoltrate è salito a 242.826.
  • Nel click day del 4 dicembre, dedicato all’assistenza socio-saniataria, assistenza familiare o lavoro domestico per colf e badanti, sono state trasmesse 11.363 domande nei primi 4 minuti, superando le 9.500 quote stabilite. Il totale delle istanze presentate fino ad oggi è di 76.711.

Le rimanenti 4.240 quote, delle 52.770 complessive, sono state allocate per la conversione dei permessi di soggiorno e l’ingresso dei lavoratori italiani residenti in Venezuela.

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È degno di nota che tutte le domande sono state acquisite regolarmente dalla piattaforma telematica del Viminale. Nonostante alcuni picchi di accesso elevati, la piattaforma ha mantenuto la sua regolare operatività, sebbene in alcuni casi ciò abbia generato tempi di attesa più lunghi per la procedura.

Attualmente, si procede alla distribuzione telematica delle domande a livello provinciale, con l’impegno di istruire le istanze rispettando l’ordine cronologico e nel limite delle quote stabilite.

Prossimi passi nell’elaborazione delle domande fino al permesso di soggiorno in Italia

Concludendo la fase di distribuzione telematica delle domande a livello provinciale, il processo si sposterà ora verso l’istruzione cronologica. Questa fase è cruciale per garantire che tutte le richieste entrate in quota rispettino scrupolosamente i requisiti stabiliti dal Decreto Flussi 2023. Le domande che non soddisfano tali requisiti potrebbero essere soggette a scarto, oppure potrebbe essere richiesta l’integrazione dei documenti mancanti.

In caso di esito positivo della valutazione, verrà rilasciato il nulla osta. Questo documento sarà trasmesso non solo al richiedente ma anche al datore di lavoro e al consolato del paese di residenza del lavoratore. Il lavoratore, dopo le necessarie indagini da parte del consolato, sarà convocato per il rilascio del visto di ingresso per motivi di lavoro.

All’arrivo in Italia, il lavoratore potrà immediatamente iniziare a svolgere le proprie attività per cui ha avuto il nulla osta. Tuttavia, il passo successivo prevede che sia lui che il datore di lavoro si rechino allo Sportello Unico per l’Immigrazione per la firma del contratto di soggiorno. È importante notare che i lavoratori autonomi, a differenza dei dipendenti, non firmano un contratto di soggiorno. QUESTO VIDEO LO SPIEGA MEGLIO:

Successivamente, verrà rilasciato un kit che dovrà essere presentato presso la questura per richiedere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato. Anche se questa serie di passaggi mira a garantire un processo strutturato e trasparente per l’ingresso e l’impiego dei lavoratori immigrati, contribuendo a integrarli nella società italiana in modo regolare e conforme alla normativa vigente, dimentica tutti coloro che sono già presenti sul territorio italiano e lavorano irregolarmente anche nelle famiglie senza garanzia, senza sicurezza e senza permesso di soggiorno. Per loro servirebbe una vera sanatoria. Ecco le sanzioni e rischi possibili in caso di impiego nel lavoro domestico irregolare o senza permesso di soggiorno.

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