DAL LAVORO NERO ALLA REGOLARIZZAZIONE: LA NECESSITÀ DI UNA NUOVA SANATORIA NEL SETTORE DOMESTICO CON RISCHI E SANZIONI

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Negli ultimi anni, il lavoro domestico è stato oggetto di crescente attenzione, sia per i rischi e le sanzioni legate all’irregolarità, sia per le opportunità di regolarizzazione e protezione dei lavoratori. A tal proposito, è importante menzionare le recenti programmazioni del governo italiano per i decreti flussi del triennio 2023-2025. Questi decreti prevedono l’assegnazione di 452.000 quote, includendo anche nuovi settori come l’assistenza familiare.

Decreto flussi anche per assistenti familiari dove ci sono badanti e colf verso ottenimento permesso di soggiorno e la necessità di una sanatoria per regolarizzare chi è già in Italia

In questo contesto, esploreremo i rischi e le sanzioni legate all’irregolarità nel lavoro domestico e l’importanza di un approccio più inclusivo e protettivo per promuovere una migliore condizione lavorativa per tutti i protagonisti di questo settore.

  • Lavoro domestico in Italia: Rischi e sanzioni dell’irregolarità che devi conoscere

Il Ministero del Lavoro, attraverso la Direzione generale per l’attività ispettiva, ha stabilito una serie di sanzioni, sia amministrative che civili, riguardanti il lavoro domestico irregolare in Italia. Di seguito sono riassunti i diversi scenari e le relative conseguenze:

  1. MANCATA COMUNICAZIONE DI ASSUNZIONE O CESSAZIONE ALL’INPS: Il datore di lavoro è obbligato a comunicare all’INPS l’assunzione, la trasformazione o la cessazione del rapporto di lavoro. Se tale comunicazione viene omessa o ritardata, il datore di lavoro è soggetto a una sanzione amministrativa che va da 200 a 500 euro per ogni lavoratore, da pagare al Centro per l’Impiego.

  2. MANCATA ISCRIZIONE DEL LAVORATORE ALL’INPS: All’atto dell’assunzione, il datore di lavoro deve inviare una comunicazione all’INPS per iscrivere il lavoratore all’ente previdenziale. Se questa comunicazione obbligatoria non viene inviata, il lavoratore non sarà iscritto. In tal caso, la Direzione Provinciale del Lavoro può comminare una sanzione al datore di lavoro che varia da 1.500 a 12.000 euro per ogni lavoratore “in nero”. Tale sanzione può essere aumentata di 150 euro per ogni giornata di lavoro effettivo e può essere cumulata con altre sanzioni amministrative e civili previste contro il lavoro irregolare.

  3. MANCATO PAGAMENTO DEI CONTRIBUTI: Nel caso di lavoro “in nero” (lavoratore assunto senza comunicazione e senza iscrizione all’INPS), la legge prevede che il datore di lavoro debba pagare sanzioni civili pari al 30% dell’importo dei contributi evasi su base annua. Questa sanzione ha un limite massimo del 60% e un minimo di 3.000 euro, indipendentemente dalla durata effettiva del lavoro svolto. Ciò significa che anche per una sola giornata di lavoro irregolare, il datore di lavoro può essere punito con la sanzione minima di 3.000 euro. Questa sanzione civile è cumulabile con le sanzioni amministrative per la mancata comunicazione e per la mancata iscrizione all’INPS nei termini stabiliti.

  4. PAGAMENTO IN RITARDO DEI CONTRIBUTI: Il pagamento tardivo dei contributi comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie da parte dell’INPS, calcolate al tasso vigente al momento del pagamento o del calcolo (attualmente al 6,50% su base annua), fino a un massimo del 40% dell’importo dovuto nel trimestre o della cifra residua da pagare. Questo tasso di interesse si applica solo se il datore di lavoro effettua spontaneamente il pagamento entro 12 mesi dalla scadenza prevista, prima di eventuali contestazioni o richieste da parte dell’INPS, dell’INAIL o dell’Ispettorato del Lavoro. Se questa scadenza non viene rispettata, si configura un caso di evasione contributiva, che viene sanzionata con un’aliquota del 30% sull’importo evaso nel trimestre.

  5. Lavoratore senza permesso di soggiorno: In caso di impiego di lavoratori senza il permesso di soggiorno, oltre alle sanzioni sopra menzionate, si applica anche un arresto da tre mesi a un anno e un’ammenda di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato in tale condizione.

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Queste sanzioni sono state introdotte per contrastare il lavoro domestico irregolare in Italia e garantire la tutela dei diritti dei lavoratori e il rispetto delle normative previdenziali e di immigrazione. Ma, come lo vediamo in seguito il lavoro domestico irregolare in Italia non ha nessuna soluzione in questo momento e sta in aumento. Il governo deve decidere. Come? Vediamolo subito.

  • Lavoro domestico in Italia: Come affrontare l’irregolarità e promuovere la giustizia nel settore

Le sanzioni viste sopra non sono facili e spesso portano un danno economico enorme alle famiglie. È fondamentale adottare una sanatoria o un meccanismo di regolarizzazione per il lavoro domestico in Italia, poiché l‘ultima sanatoria risale al 2020. La mancanza di un’opportunità per i datori di lavoro e i lavoratori domestici di regolarizzare la propria situazione può portare a una persistente presenza di lavoro nero nel settore. Una sanatoria consentirebbe di affrontare efficacemente questa problematica, offrendo un’occasione per i datori di lavoro di adempiere ai propri obblighi legali e per i lavoratori domestici di acquisire i diritti e le protezioni garantite dalla legge.

La sanatoria o la regolarizzazione del lavoro domestico rappresenta un passo significativo per la tutela dei lavoratori e per il contrasto al lavoro irregolare. Oltre a consentire ai datori di lavoro di adeguarsi alle norme e di evitare le sanzioni previste per il lavoro nero, una sanatoria fornirebbe ai lavoratori domestici l’opportunità di emergere dalla precarietà e di ottenere condizioni di lavoro dignitose. La regolarizzazione permetterebbe inoltre alle autorità di avere una maggiore tracciabilità e controllo sul settore, promuovendo la trasparenza e la giustizia nel mondo del lavoro domestico. In considerazione dell’assenza di una recente sanatoria, è necessario adottare misure concrete per favorire la regolarizzazione nel lavoro domestico al fine di migliorare la situazione sia dei datori di lavoro che dei lavoratori stessi.

Gamaliel NIYONSABA, Fondatore e Community Manager di permessodisoggiorno.org

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