Introduzione e breve storia normativa
Secondo la Costituzione Italiana, “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge” art.10 comma 3.
In Europa, la protezione internazionale è stata introdotta dalla normativa europea dalla Direttiva 2004/83/CE, recepita in Italia con Decreto legislativo 251 del 19 novembre 2007 (“decreto qualifiche”), e successivamente modificata nel 2011 dalla Direttiva 2011/95/UE, trasposta in Italia con il Decreto legislativo 18 del 21 febbraio 2014.

La protezione internazione viene riconosciuta a coloro che non possono tornare nel loro paese di origine perché temono di subire un grave danno o di essere perseguitati. Chi chiede la protezione in Italia o in un altro paese dell’Unione Europea deve essere in grado di dimostrare che veramente corre questo rischio o timore. L’accettazione o il rifiuta della domanda dipende sempre dalla storia personale del richiedente, il motivo della richiesta e il paese di provenienza o origine.
1) Secondo il rischio che si corre, la protezione internazione prevede 2 possibilità: status di rifugiato e status di protezione sussidiaria.
- Status di rifugiato o asilo politico: viene riconosciuto un cittadino extra communitario che si trova fuori dal territorio del paese di cui ha la cittadinanza e non può o non vuole avvalersi della protezione di tale paese a causa dei motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o opinione politica. Per gli stessi motivi, questa protezione viene riconosciuta anche agli apolidi che non possono tornare nel paese di cui hanno perso la cittadinanza. Quindi, si viene protetto dal paese di orgine che non è più in grado di diffendere i diritti del richiedente. In caso di esito favorevole, la questura rilascia un permesso di soggiorno di 5 anni rinnovabili a scadenza.
- Status di protezione sussidiaria: viene riconosciuto a chi non riesce ad essere ammesso allo status di rifugiato, ma dimostra che rischia di subire un grave danno in caso di rientro nel suo paese di origine. Si viene protetto da qualcosa che sta succedendo o esiste nel paese di origine. In caso di parere positivo, viene rilasciato un permesso di soggiorno di 5 anni o meno in funzione della valutazione della questura sentito il parere della commissione territoriale del luogo.
Ricordiamo che il Decreto Salvini ha introdotto:
- la revoca della protezione internazionale nei seguenti casi: violenza sessuale, rapina,furto aggravato, traffico di droga e violenza a pubblico ufficiale. Quindi, bisogna comportarsi bene sempre.
- la sospensione della domanda d’asilo in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado.
2) Se non si riesce ad ottenere la protezione internazionale, è possibile chiedere un permesso di soggiorno per protezione speciale (prima del Decreto legge di Matteo Salvini si diceva protezione umanitaria)
Ricoordiamo che il Decreto Salvini aveva sostituito il classico permesso di soggiorno per motivi umanitari con alcuni tipi di permessi di soggiorno per casi speciali:
- permesso di soggiorno per vittime di sfruttamento lavorativo
- permesso di soggiorno per vittime della tratta
- permesso di soggiorno per vittime di violenza domestica
- permesso di soggiorno per vittime di calamità naturali
- permesso di soggiorno per motivi di salute
- permesso di soggiorno per atti di particolare valore civile
Quindi, si trattava d’una protezione di breve periodo che viene riconosciuta a chi arriva in Italia da un paese non appartenente all’Unione Europea e dimostra di rischiare di essere vittima di sfruttamento lavorativo, vittima della tratta, vittima della violenza domestica, vittima di calamità naturali, motivi di salute e per atti di particolare valore civile. Quando veniva riconosciuta questa protezione temporanea, si aveva diritto di soggiornare in Italia fino a quando non ci sarà più le ragioni che hanno spinto il cittadino extracommunitario a lasciare il suo paese di origine. Dopodiché, bisognava tornare nel suo paese di origine.
Il decreto immigrazione introdotto dalla Ministra Luciana Lamorgese per sostituire il Decreto Sicurezza di Matteo Salvini, ha riassunto tutti questi tipi di permesso di soggiorno in unico permesso di soggiorno per protezione speciale, riportando tanti diritti che si aveva quando c’era ancora la protezione umanitaria. Questo nuovo decreto immigrazione ha anche apportato delle modifiche in materia di cittadinanza italiana e la conversione di alcuni tipi di permesso di soggiorno in permesso di soggiorno per motivo di lavoro.
Recentemente con il noto Decreto Cutro diventato legge in seguito all’approvazione in parlamento, ci sono state nuove modifiche apportate alla protezione speciale ed alcune novità su alcuni tipi di permesso di soggiorno. Ne abbiamo parlato anche in questo video pubblicato sul nostro canale su YouTube dove puoi iscriverti se non ancora fatto:
3) Procedura generale per chiedere la protezione internazionale
La domanda di protezione internazionale viene presentata presso la questura e generalmente segue questi passaggi:
- la prima registrazione o fotosegnalamento: gli operatori della questura prendono le impronte digitali e fotografie, chiedono i dati anagrafici per identificare il o la richiedente.
- Compilazione del C3 per formalizzare la richiesta di protezione
- Fissare l’appuntamento presso una delle sedi delle commissioni che ha competenza sulla provincia o regione dove si trova la questura che ha accolto la richiesta di protezione. Certe volte la data di quest’appuntamento viene communicato in un secondo momento o inviata all’indirizzo indicato dal richiedente.
- Mentre si aspetta di presentarsi in commissione, viene rilasciato un permesso di soggiorno temporaneo di 6 mesi per richiesta asilo rinnovabile se alla sua scadenza non si ha ancora ricevuto la risposta della commissione. Con questo tipo di permesso di soggiorno è possibile fare il codice fiscale all’Agenzia delle Entrate, la tessera sanitaria, studiare o seguire una formazione professionale. Dopo 60 giorni dalla richiesta, è possibile lavorare.
- In caso di risposta negativa da parte della commissione territoriale competente, esiste la possibilità di fare ricorso in tribunale con l’ausilio d’un avvocato per provare a fare capire meglio le motivazioni per cui si desidera di avere la protezione.
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Sedi e competenze delle Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale
ANCONA: competenza sulle domande presentate nelle regioni Marche e Abruzzo
BARI: competenza sulle domande presentate nella provincia di Bari e Matera
BOLOGNA: competenza sulle domande presentate nella regione Emilia Romagna
BRESCIA: competenza sulle domande presentate nelle province di Brescia, Bergamo Cremona e Mantova
CAGLIARI: competenza sulle domande presentate nella regione Sardegna
CASERTA: competenza sulle domande presentate nelle province di Caserta, Avellino e Benevento
CATANIA: competenza sulle domande presentate nelle province di Catania e Enna
CROTONE: competenza sulle domande presentate nella regione Calabria
FIRENZE: competenza sulle domande presentate nelle regioni Toscana e Umbria
FOGGIA: competenza sulle domande presentate nelle province Foggia, Barletta-Andria-Trani
GORIZIA: competenza sulle domande presentate nella regione Friuli Venezia -Giulia
LECCE: competenza sulle domande presentate nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto
MILANO: competenza sulle domande presentate nelle province di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
PALERMO: competenza sulle domande presentate nelle province di Palermo e Messina
ROMA: competenza sulle domande presentate nella regione Lazio
SALERNO: competenza sulle domande presentate nelle province di Salerno, Napoli e Potenza e nella regione Molise
SIRACUSA: competenza sulle domande presentate nelle province di Siracusa, Caltanissetta e Ragusa
TORINO: competenza sulle domande presentate nelle regioni Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
TRAPANI: competenza sulle domande presentate nelle province di Trapani e Agrigento
VERONA: competenza sulle domande presentate nelle regioni Veneto e Trentino-Alto Adige
Per concludere, segnaliamo che abbiamo indicato la procedura generale per chiedere la protezione internazionale che permette di ottenere lo status di rifugiato (asilo politico) o lo status di protezione sussidiaria. In altri casi in cui si necessita la protezione temporanea, viene rilasciato un permesso di soggiorno per protezione speciale. Per aumentare la possibilità di avere una risposta positiva, bisogna prepararsi molto bene per fare capire il rischio che si correbbe in caso di rientro nel paese di origine. Ogni prova o testimonianza deve essere utilizzato per farsi capire davanti alla commissione.
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