NUOVA OPPORTUNITÀ: PERMESSO DI SOGGIORNO ‘FUORI QUOTA’ PER TALENTI STRANIERI CON PASSATO IN AZIENDE ITALIANE

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Un nuovo orizzonte si apre nell’ambito dell’immigrazione in Italia, a seguito della recente decisione del governo riguardante il decreto flussi per il periodo 2023-2025, di cui abbiamo discusso in dettaglio in un post precedente. Questa decisione ha innescato una serie di sviluppi che stanno ridefinendo le opportunità lavorative per i cittadini stranieri interessati a contribuire al tessuto economico del paese. Nel seguente articolo, esploreremo una delle modifiche chiave introdotte, un nuovo concetto di ‘ingresso fuori quota’ per coloro che hanno già maturato esperienza in aziende italiane all’estero. Scopriamo come questa innovativa misura sta aprendo porte ad aspiranti professionisti provenienti da diverse parti del mondo.

Ingresso fuori quota per chi ha già lavorato all’estero per imprese italiane - Nuova modifica al Testo Unico sull'Immigrazione

L’assemblea del Senato ha confermato la sua fiducia al Governo attraverso l’approvazione definitiva del disegno di legge di conversione, con alcune modifiche, del decreto-legge numero 75, riguardante le pubbliche amministrazioni, l’agricoltura, lo sport, il lavoro e le disposizioni per il Giubileo 2025, comunemente noto come “Decreto P.A. bis“. Questo testo è stato approvato in forma identica a quella precedentemente adottata dalla Camera dei Deputati.

Nuova opportunità: permesso di soggiorno ‘fuori quota’ in Italia per professionisti con esperienza aziendale

Tra le nuove disposizioni inserite durante il processo di conversione in legge, si trova una modifica al Testo Unico sull’Immigrazione (articolo 27 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286) Questa modifica introduce una nuova categoria di ingresso chiamata “fuori quota”. Essa prevede che i lavoratori provenienti da paesi al di fuori dell’Unione Europea, i quali hanno già prestato servizio all’estero per aziende italiane o aziende controllate da società italiane, possano ora lavorare anche in Italia per le stesse imprese, senza essere sottoposti alle restrizioni stabilite dal “decreto flussi”.

Quale è la condizione per usufruire di questo ingresso fuori quota?

Secondo la nuova modifica apporta all’articolo 27 del TUI, la principale condizione è che ogni candidato deve avere lavorato per almeno 12 mesi negli ultimi 4 anni. Infatti, questo nuovo testo è questo “ i-bis) i lavoratori che siano stati dipendenti, per almeno dodici mesi nell’arco dei quarantotto mesi antecedenti alla richiesta, di imprese aventi sede in Italia, ovvero di società da queste partecipate, secondo quanto risulta dall’ultimo bilancio consolidato redatto ai sensi degli articoli 25 e seguenti del decreto legislativo 9 aprile 1991, n. 127, operanti in Stati e territori non appartenenti all’Unione europea, ai fini del loro impiego nelle sedi delle suddette imprese o società presenti nel territorio italiano“.

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Cosa significa veramente ingresso fuori quota?

Nel contesto della normativa italiana sull’immigrazione, l’espressione “fuori quota” si riferisce a una nuova tipologia di ingresso per lavoratori provenienti da paesi al di fuori dell’Unione Europea (extra UE) che desiderano lavorare in Italia. Questo termine deriva dalla regolamentazione dei flussi migratori e delle quote di ingresso previste dal cosiddetto “decreto flussi”, che stabilisce il numero massimo di permessi di lavoro rilasciati annualmente per diverse categorie di lavoratori non comunitari.

La modifica introdotta nel Testo Unico dell’Immigrazione prevede che i lavoratori extra UE che abbiano già maturato esperienza lavorativa per aziende italiane o aziende controllate da società italiane all’estero possano essere ammessi a lavorare in Italia, indipendentemente dalle limitazioni stabilite dalle quote di ingresso stabilite dal “decreto flussi”. In altre parole, essi non sarebbero inclusi nel contingente annuale di permessi di lavoro assegnati in base a specifiche categorie professionali. Questo tipo di ingresso “fuori quota” offre una flessibilità maggiore nel reclutamento di lavoratori stranieri, consentendo alle aziende di richiedere la loro assunzione in base alle competenze e alle esigenze specifiche, senza dover necessariamente seguire le restrizioni numeriche previste dalle quote annuali.

Giunto al termine di questo esplorativo percorso, emerge un aspetto fondamentale che merita attenzione: la necessità di considerare anche coloro che, pur vivendo e lavorando in Italia con il desiderio sincero di integrarsi nella società, si trovano ancora privi di un regolare permesso di soggiorno. In un’ottica di inclusione e coesione sociale, è essenziale che il governo italiano rifletta sull’importanza di estendere il proprio sostegno a questi individui, riconoscendo la loro determinazione a contribuire al tessuto sociale ed economico del paese. Per loro serve una sanatoria in tanti settori chiavi come tante persone irregolari nell’ambito di lavoro domestico in Italia.

L’approccio all’immigrazione dovrebbe abbracciare sia gli aspiranti professionisti che cercano opportunità dall’esterno, sia coloro che già si trovano sul territorio, promuovendo un ambiente inclusivo e rispettoso dei diritti di tutti. In un’Italia che si proietta verso il futuro, l’attenzione e il supporto verso chi desidera integrarsi senza soluzione di continuità rappresentano elementi chiave per una società ancora più ricca e diversificata.

Gamaliel NIYONSABA, Fondatore e Community Manager di permessodisoggiorno.org

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